Anziani e giovani donne con figli: sono le vittime del «mal di crisi»

NEMICO Della «depressione» da incertezze economiche si parla nell’appuntamento con la Società di psichiatria a Roma

Anziani e giovani donne con figli: sono le vittime del «mal di crisi»

Romani, attenti. C’è un «nemico» che si aggira intorno a voi, pronto a colpirvi alla prima occasione giusta. È il «mal di crisi». Per i massimi esperti psichiatri, riuniti a Roma da oggi fino a giovedì 15 ottobre per il XLV Congresso della Società Italiana di Psichiatria, non c’è scampo. L’incertezza sul lavoro e la precarietà economica fanno schizzare verso l’alto l’asticella del disagio personale e sociale. Si stima che l'incidenza dell’ansia cresca del 30 per cento mentre il numero dei pazienti depressi aumenterebbe del 15 per cento. I più a rischio? Giovani, donne e coppie con figli piccoli così come gli over 65. «È stato dimostrato in uno studio appena pubblicato sull’American Journal of Public Health che la disoccupazione è un forte fattore di rischio per la depressione nei giovani adulti fra i 30 ed i 40 anni: quanto più tempo si trascorre fuori dal mercato del lavoro, tanto maggiore è la probabilità di sviluppare sintomi depressivi - puntualizza Alberto Siracusano, presidente della Società Italiana di Psichiatria e direttore del Dipartimento di Neuroscienze del Policlinico Tor Vergata di Roma -. In questa fascia d’età, quando spesso si sta costruendo una famiglia e si hanno magari figli piccoli, la crisi economica mina le certezze del futuro».
Le difficoltà economiche, spiegano gli psichiatri, anche se sperimentate in modo intermittente, causano una sensazione costante di pericolo, di vivere in bilico, sul filo del rasoio e moltissimi perdono l’autostima credendo di non essere più in grado di affrontare la vita. Ma la cinque-giorni di incontri e dibattiti - che vedrà confluire al Rome Marriott Park Hotel, nei pressi dell’aeroporto di Fiumicino, personalità del calibro di Camillo Ruini, Gianni Letta, Ferruccio Fazio, Giulio Tremonti e Mariastella Gelmini - lancia anche qualche ventata di ottimismo. A proteggere dagli effetti negativi della crisi sul benessere emotivo intervengono infatti, secondo gli esperti, una rete familiare forte, l’appartenenza a un ceto sociale medio-alto e l’aiuto della fede religiosa. Non va poi trascurato il ruolo degli interventi precoci specialistici: «Chiedere tempestivamente aiuto al medico è altrettanto importante», osserva il presidente degli psichiatri. Il gentil sesso di fronte a precarietà ed incertezze si mostra più fragile. A pagare il conto più salato sarebbero le trentenni con figli piccoli perché la tensione ed il disagio psicologico sono aggravati da un carico familiare unico, determinato dal ruolo di cura «prima e sempre di tutto» nei confronti della prole e da una innata maggiore percezione delle necessità familiari. Gli psichiatri stimano una crescita tra il 30 e 40 per cento dei casi di disturbo d'ansia nelle donne giovani contro un incremento del 20-25 per centonegli uomini.

«Negli over 65 è più probabile che la crisi porti a sintomi depressivi, in crescita del 15-20 per cento, senza grosse differenze tra uomo e donna - chiarisce Siracusano -. Infine, è un dato di fatto che ai periodi di crisi economica si associ un incremento dei suicidi che crescono del 5 per cento per ogni incremento del 3 per cento della disoccupazione».

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