«Entre glace et neige, Processi ed energie della natura» è il titolo di una grande mostra inaugurata in questi giorni al Centro Saint-Bénin di Aosta (Via Festaz, 27). L'esposizione, curata da Laura Cherubini e Glorianda Cipolla, intende indagare la relazione tra arte e natura, concentrandosi sugli elementi della neve e del ghiaccio, emblemi dei processi naturali di trasformazione della materia. La Valle d'Aosta è infatti il luogo esemplare in cui assistere alla dialettica processuale tra acqua, neve e ghiaccio, da un punto di vista estetico, scientifico ed ecologico.
Entre glace et neige presenta le opere di circa 30 artisti italiani e stranieri che, attraverso tecniche e mezzi espressivi diversi, dalla pittura alla fotografia al video e dalla scultura all'installazione, si sono confrontati con quei fenomeni naturali che rappresentano gli stati solidi dell'acqua. Artisti storicizzati come Pier Paolo Calzolari, Anish Kapoor, Mario Merz, Salvatore Scarpitta, Hamish Fulton, Lawrence Carroll e Salvo sono affiancati da artisti più giovani come Anthony Goicolea, Elisa Sighicelli, Massimo Bartolini, Hans Op de Beeck, Christian Frosi, Lucy+Jorge Orta e Loris Cecchini per esplorare le modalità con cui l'arte riflette sulle energie della natura, nel duplice aspetto di universo pericoloso ora in pericolo.
Nella sua rappresentazione della neve, Salvo fa riferimento all'Impressionismo, grande momento di analisi pittorica della neve. Jana Sterbak appronta impraticabili sedie di ghiaccio in Dissolution e nel video Février riprende una pista di pattinaggio a Montreal, citando Brueghel. Anthony Goicolea realizza foto di crepacci e nevi dove permangono misteriose tracce umane. Donato Piccolo ricrea una bufera di neve sotto vetro. Pier Paolo Calzolari mette in posa una raggelata natura morta morandiana. Giuliana Cunéaz espone una fotografia ispirata all'enigma leggendario delle fate. Vera Lutter ritrae la neve nella natura urbana del Central Park di New York, Olivo Barbieri un colorato colosseo cinese di ghiaccio, Hiroyuki Masuyama il Monte Bianco in visione panoramica. Luca Artioli e Stefano Nicolini presentano entrambi fotografie di ghiacci che rasentano l'astrazione. Nel video Campo Sportivo Sabrina Mezzaqui contempla una fitta e silenziosa nevicata. Lucy+Jorge Orta aprono una finestra sui ghiacciai. Loris Cecchini immagina un iceberg abitato e fluttuante, alla deriva. Christian Frosi ci restituisce la notizia di una massiccia nevicata di venticinque anni fa. Chris Drury filma la vita di un iceberg e propone l'elettrocardiogramma di un ghiacciaio. Hamish Fulton documenta due camminate in quota. Anish Kapoor celebra il sole e la luna con una montagna in marmo bianco. Walter Niedermayr ci consegna il grande vuoto della montagna, costellato di piccole figure. La neve astratta di Pat Steir. La rugiada monocroma di Massimo Bartolini. Lo sgargiante giardino d'inverno di Marc Quinn. Il paesaggio artificiale di Hans Op de Beeck. Le tracce sulla neve di Armin Linke e i segni geometrici di David Tremlett. Elisa Sighicelli illumina i ghiacci dell'Islanda, Olafur Eliasson ne fotografa il paesaggio sterminato e Roni Horn realizza in quello stesso nord le immagini bifronti in mostra (Doubt by Water). Lo scarpone ghiacciato di Lawrence Carroll ci parla di viaggi e fatiche. Il libro di Chicco Margaroli ci consegna la linfa generatrice della montagna. La slitta di Salvatore Scarpitta è un oggetto mobile, come le auto con cui per anni ha gareggiato. L'Igloo di Mario Merz celebra con la pietra l'energia della vita. Durante l'inaugurazione della mostra è riproposta la storica performance L'Espressionista di Fabio Mauri (1982): un ragazzo vestito da sciatore d'epoca si muove tra il pubblico con gli sci ai piedi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.