Arcelor-Severstal: dopo le nozze altri colpi in vista

Intanto per Fiat, alleata dei russi e cliente dei francesi, potrebbe aprirsi una via privilegiata sulle forniture di acciaio

Pierluigi Bonora

da Milano

«Abbiamo i mezzi legali e tecnici per condurre altre fusioni e scalate. Potrebbe significare comprare o fondersi con altre compagnie, se è nell’interesse degli azionisti»: non sembra essere sazio il magnate russo Alexei Mordashov, proprietario del colosso Severstal, che venerdì ha annunciato di convolare a nozze con l’europea Arcelor.
L’operazione, che rappresenta il maggiore accordo della Russia oltre confine, darà vita al più importante nonché redditizio produttore di acciaio. Se approvata, inoltre, probabilmente ostacolerà un’Opa ostile per Arcelor da parte della rivale Mittal Steel, gruppo siderurgico anglo-olandese. Arcelor e Severstal hanno riferito, durante una presentazione, di avere l’obiettivo di 10 miliardi di euro di utili netti. «Puntiamo a diventare il fornitore di un quinto dell’acciaio usato nell’industria dell’auto in tutto il mondo», hanno sottolineato le due compagnie. È un’affermazione, questa, che potrebbe aprire alla Fiat nuove opportunità di risparmio. Il Lingotto, infatti, è da alcuni mesi socio industriale di Severstal: negli impianti del colosso che fa capo a Mordashov (le attività spaziano dall’acciaio al settore minerario, alle auto fino ai trasporti) vengono assemblati alcuni modelli italiani come Doblò, Palio e Albea.
A questo punto la Fiat, che acquista acciaio principalmente dall’Ilva ma è cliente anche di Arcelor, potrebbe avere una via privilegiata proprio in funzione della nascita del nuovo gigante. Nella realizzazione di un’auto, infatti, la componente relativa all’acciao e ai vari metalli è determinante. Prendiamo un modello come la Punto il cui peso è di circa 10-11 quintali: la presenza tra acciaio e metalli (scocca, portiere, cellula abitativa e altre parti) corrisponde intorno all’80 per cento.
«Le nozze Arcelor-Severstal - dice al Giornale una fonte industriale - possono aprire alla Fiat una via privilegiata. È vero che i costi dell’acciaio, dopo la recente impennata si sono un po’ abbassati, ma la tendenza è di risalire ancora. E avere interlocutori privilegiati, con cui trattare, per una casa automobilistica è molto importante».
Intanto Mittal Steel, escluso dalla partita, non si arrende. «Siamo determinati a portare a compimento il nostro avvicinamento ad Arcelor. Questo nell’interesse di tutti gli azionisti e di tutte le parti coinvolte. Non c’è un’offerta migliore della nostra», ha puntualizzato Lakshmi Mittal, l’indiano al vertice del gruppo siderurgico, in un’intervista a Le Figaro.

Mittal sostiene che il progetto concorrente blocca il libero mercato e ritiene la sua offerta migliore da tutti i punti di vista e si ritiene «scioccato dalla decisione del management, che con procedura di voto assolutamente inconsueta» avrebbe deciso di «svendere» il controllo della società ai russi.

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