Politica

Un arcivescovo tra stadio e oratorio

Mentre annunciava la notizia, ieri mattina in arcivescovado, Tarcisio Bertone aveva il volto tirato e commosso: lui «l’antico collaboratore» di Ratzinger, è stato scelto dal suo «principale» per lo scranno più alto della Curia romana dopo quello del pontefice. «Si tratta per me, proiettato in tante attività pastorali e culturali nella Chiesa genovese, di una rivoluzione copernicana. Come salesiano e uomo di Chiesa, sono abituato all’obbedienza».
Nato nel dicembre 1934 a Romano Canavese, ordinato prete nel 1960, da piccolo avrebbe voluto fare l’ingegnere ma è finito a studiare Diritto canonico. Per molti anni Bertone si è dedicato all’insegnamento ed è stato rettore dell’Università salesiana. Nel 1991 Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo di Vercelli, la più antica diocesi del Piemonte, dove si dedica particolarmente all’educazione e alla pastorale delle vocazioni. Sono gli anni di Tangentopoli, e Bertone presiede la commissione della Cei per la giustizia e la pace, firmando e promulgando il documento «Legalità, giustizia e moralità». Nel giugno 1995, Papa Wojtyla lo chiama nuovamente a Roma, come segretario della Congregazione per la dottrina della fede, guidata dal cardinale Joseph Ratzinger. È l’inizio di una collaborazione leale. Bertone è un esecutore fedele delle direttive del futuro Papa e un organizzatore. Gestisce vicende importanti, come la pubblicazione del Terzo segreto di Fatima e il caso Milingo, l’arcivescovo africano che aveva deciso di sposarsi secondo il rito del reverendo Moon. Nel febbraio 2003, Wojtyla lo promuove arcivescovo di Genova e nell’ottobre dello stesso anno lo crea cardinale.
Bertone è un arcivescovo attento alla dottrina ma molto aperto dal punto di vista pastorale. Non ha dimenticato il suo spirito salesiano, e così hanno fatto storcere il naso a qualcuno le telecronache dallo stadio, o le canzoni intonate insieme ai giovani che gli facevano dimenticare lo zucchetto rosso e lo riportavano ai tempi dell’oratorio. A Genova Bertone ha posto l’accento sulla catechesi, sulla pastorale giovanile, sulla pastorale familiare e sulla scuola, insistendo particolarmente sulla formazione permanente di laici e sacerdoti.

Pur essendo ovviamente contrario alla clonazione umana, un giorno scherzando disse che si sarebbe potuta fare un’eccezione soltanto per Sophia Loren.

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