Area C, mense e colonie. Nel 2023 Sala ci "stanga"

Aumenti nella Ztl "congelati" solo per sei mesi. Tagli di servizi per l'estate, aumenti nelle scuole

Area C, mense e colonie. Nel 2023 Sala ci "stanga"

L'aumento del ticket in Area C «lo escludo in tutta la prima parte dell'anno» ha assicurato ieri il sindaco Beppe Sala. Detta in altri termini, per la seconda metà del 2023 la stangata è quasi assicurata, anche se smentisce le cifre circolate nelle ultime settimana, da 5 a 7,5 euro, «è ancora tutto da verificare e dipenderà anche dai fondi che riceveremo su energia e trasporto pubblico, dipende». Ma è la seconda conferma che non è tanto in discussione il se, ma il quanto. Come gli adeguamenti Istat in vista su alcune tariffe comunali, Sala cita già le mense scolastiche: «Saranno aumenti veramente contenuti, perchè capiamo le difficoltà del momento. Tutti abbiamo aumenti di costi, dalle imprese alle famiglie, e il Comune non è escluso». Quasi tutti gli assessori hanno dossier aperti sulla rivalutazione delle tariffe. L'adeguamento Istat del 10% scatterà già a gennaio ad esempio sui servizi funebri, si stanno studiando revisioni di fasce Isee (e aumenti per i redditi medio-alti) negli impianti sportivi, ritocchi di Cosap o imposta sulla pubblicità, l'estensione oraria della sosta in periferia e il pass a pagamento per la seconda auto. Già ben nota la stangata sul ticket Atm da 2 a 2,20 euro dal 9 gennaio. Il quadro sarà definito entro il 12 gennaio, quando Sala vuole approvare il Bilancio di previsione 2023. Aveva annunciato la chiusura dei conti entro fine anno ma non è ancora chiaro quanto riceverà precisamente Milano dalla Manovra, ieri la giunta ha votato solo le linee di indirizzo. Un 2023 di lacrime e sangue? «Vedremo poi se arriveranno più fondi dal governo nei primi mesi dell'anno, come spesso è successo, e ci permetteranno di non fare aumenti» afferma Sala. Ma fa «solo esempio, se i conti rimanessero questi non so se riusciremo a garantire il funzionamento delle colonie estive, nelle case vacanza, nella stessa misura degli anni passati. Gli assessorati devono lavorare fino al 12 sulle ipotesi di tagli ai servizi. Avranno lo stesso budget del 2022 ma costi più alti». Sala chiama ancora in causa il governo, «400 milioni per i Comuni nella Manovra sono niente. Milano vuole continuare a crescere ma abbiamo bisogno di un intervento soprattutto sui trasporti, abbiamo realizzato più km di servizio rispetto a undici anni fa e riceviamo meno fondi». Rivendica che Milano «prenda meno di quello che dà. Le tasse sul patrimoni immobiliare da noi cresce e gli introiti vanno a Roma. E se il governo vuole valorizzare l'immagine dell'Italia su chi punta se non su Milano?».

Le linee guida sul Bilancio evidenziano che per effetto dell'inflazione e dei rincari energetici e delle materie prime il Comune chiuderà il 2022 con quasi 120 milioni di maggiori spese correnti (907 totali). Nelle linee guida si legge che la giunta «considerando anche altre voci in aumento» ha deciso di «confermare, in ottica di equità fiscale, le aliquote dei principali tributi locali e le tariffe», cercando di «mantenere un equilibrio nel contributo richiesto agli utenti in relazione all'incremento dei costi dei servizi non governabile dall'ente». Continuerà «l'azione nei confronti del Governo reclamando le peculiarità che contraddistinguono le grandi città e in particolare Milano» e rafforzerà «la lotta all'evasione fiscale, migliorando anche le procedure di riscossione». Le spese nel 2023 sono in aumento di 92 milioni. «Nella Legge di Bilancio non ci sono le risorse che permettano ai Comuni di fare fronte agli effetti della crisi energetica e ai bisogni crescenti delle fasce più deboli, e alle grandi città di investire per lo sviluppo - sostiene l'assessore al Bilancio Emmanuel Conte -. Confidiamo che l'insistenza degli enti locali trovi risposta. Ci prepariamo a un bilancio di contenimento e di attento monitoraggio della spesa, ancorato ai principi dell'equità e della solidarietà fra chi ha di più e chi fa più fatica».

La commissaria cittadina della Lega Silvia Sardone attacca: «Sala fa la festa d capodanno ai milanesi, con una mano rincara e con l'altra taglia i servizi. Sala la smetta col suo teatrino per dare la colpa ad altri: rincari e tagli sono il suo marchio di fabbrica dal 2016».

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