Arena, i bandi non ci sono ancora ma i biglietti sono già in vendita

Arena, i bandi non ci sono ancora ma i biglietti sono già in vendita

Il bando per organizzare la stagione dei concerti all’Arena civica non è ancora stato pubblicato. Dettagli per qualcuno visto che le date dei concerti ci sono già e, per di più, è già cominciata la prevendita on line dei biglietti. Magie del Comune di Milano. Le avvisaglie dello scandalo già qualche settimana fa quando è stata annunciata la data dell’esibizione di Marilyn Manson (l’11 luglio). «Ci dovrà essere un bando con manifestazione di interesse - aveva frenato Palazzo Marino -. Solo a quel punto si capirà se Manson verrà davvero o no».
Ora, il bando non c’è ancora, ma da martedì scorso sono in vendita pure i biglietti per un’altra serata: il 30 luglio sul palco dell’Arena salirà Alice Cooper, icona ormai un po’ attempata dello shock rock. Un biglietto costa 35 euro, più i diritti della prevendita. Quindi in tutto 40,25 euro, come per Marilyn Manson.
A svelare le strane amnesie del Comune basta il più elementare dei metodi: una ricerca di tre secondi su Google. Là si trova l’intero calendario dell’estate dei concerti all’Arena, con tanto di costi e orari.
Contentissimi i fans delle rock star. Un po’ meno quelli che ancora credono nella trasparenza annunciata dalla giunta Pisapia. Già, perché il sistema dei bandi comunali sembra scricchiolare sempre di più. Per i concerti estivi, così come per il Carnevale. Il bando per organizzare la sfilata dei carri è stato assegnato solo la scorsa settimana, con una gara lampo da 185mila euro. Difficile pensare che i vincitori - guarda caso quelli dell’Arci - non si fossero organizzati prima con maschere e fantocci di cartapesta. Impossibile fare tutto in una settimana.
Idem con la stagione del Milano Jazz festival all’Arena. L’amministrazione comunale va a rilento, ma la macchina organizzativa marcia da sola. In effetti siamo già a febbraio e il tempo stringe: difficile pensare che Cooper, Manson e gli altri artisti ingaggiati (The Beach boys, Alanis Morisette, i Kasabian) diano la disponibilità ad esibirsi a Milano se non vengono avvisati almeno quattro mesi prima. Il bando, che in passato è sempre stato pubblicato fra dicembre e gennaio, ora tarda ad arrivare e suona sempre più come una mera formalità. A parecchi esponenti del centro destra il metodo Pisapia non piace. Le critiche arrivano soprattutto da quelli che hanno tenuto a battesimo il Milano jazz festival cinque anni fa, portando a Milano celebrità del calibro di Ben Harper, George Benson, Lenny Kravitz. Oggi, al di là del giallo del bando, non piace nemmeno l’impronta che viene data alla rassegna musicale. Il jazz sparisce in nome di tutt’altro tipo di musica e di platea. «L’Arena non è luogo per personaggi come Cooper o per il rock satanico di Marilyn Manson - fa notare stizzito l’ex assessore ai Grandi Eventi Giovanni Terzi -. Noi avevamo progettato la rassegna con un’impronta diversa e volevamo proporre una musica da ascoltare. Teniamo presente che l’Arena è a ridosso delle case dei milanesi». Il programma musicale non piace granché agli ideatori della rassegna. E non piace nemmeno l’idea di non concedere più i biglietti ai residenti dei palazzi di fronte al palco.

Insomma, il Pdl e la giunta arancione hanno visioni ben diverse anche sulla musica: «Idem per il concerto di Natale - sobbalza Terzi -. Noi avevamo proposto Mari Biondi, le musiche di Morricone, Burt Bacharach. Pisapia ha voluto Capossela».

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