Dei cinque racconti di Marta Morazzoni riuniti in Un incontro inatteso per il consigliere Goethe (Longanesi, pagg. 210, euro 14,60) i primi tre possono essere definiti capitoli di un romanzo che ha per protagonista una casa. La cura psicologica con cui i personaggi sono delineati, e il dipanarsi della vicenda dagli anni 50 a oggi ne fanno una storia avvincente dalla quale emerge Gemma, bambina nel primo racconto (La casa), donna matura nel secondo (Il mediatore), e di nuovo bambina nel terzo (Lincidente), necessario flash back per mettere a fuoco il carattere della madre e il suo rapporto mai risolto con lei. Costruita per volontà dellallora pater familias, la casa, venuta su, fra traversie economiche e polemiche intestine, troppo lussuosa, troppo grande rispetto al progetto originario, diventerà una centralissima villa di prestigio della quale Gemma, ormai matura ma non priva di fascino, mediterà di disfarsi. Lo farà davvero o il progetto di vendita è legato al desiderio inconscio di tenere desto linteresse del mediatore, affascinato dal buon affare ma anche da lei?
Unaltra casa, anzi un appartamento a Parigi, dà il titolo al quarto racconto, Rue Miromesnil. Lo abitano due vecchi scapoli che si sono trasferiti in città dopo la morte della madre, una donna che li ha condizionati per tutta la vita. Senza il suo tramite, infatti, e senza la sua presenza dispotica, si accorgeranno di non conoscersi affatto e di essere tragicamente incapaci di sopportarsi.
Nel quinto racconto, protagonisti sono Goethe e Lorenzo Da Ponte, luogo una locanda alpina, occasione una tempesta di neve. Lincontro di poche ore fra il poeta ricco e onorato e lormai sconosciuto librettista di Mozart ribadisce quasi come un filo conduttore la filosofia sotterranea di questi racconti, la casualità che governa e vanifica le infinite possibilità della vita, le incomprensioni a volte insignificanti ma destinate a ingigantirsi, la distrazione foriera di soluzioni drammatiche.
Lo testimonia con evidenza la casa di Gemma. Da principio è un modesto appezzamento di terreno fuori mano su cui, con sacrificio di tutti i componenti della famiglia, sembra facile edificare una casa. Ma le buone intenzioni non tengono conto del fallimento del capomastro, del licenziamento del genero, delle ambizioni, mai manifestate prima, della figlia del pater familias.
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