Armani presuntuosa Varese dà lezioni

Carlo Recalcati salta sul cavallo di Dan Peterson e lo fa diventare un asino nel quarto tempo, quello decisivo, quello dove la Cimberio ha purgato con un 27-15 mortificante un'Armani che continua ad essere un ibrido come il giorno in cui menti non sapienti l'hanno fatta nascere per sfidare Siena.
Varese vince la sua sfida togliendosi il veleno del primo quarto (9-17), il ricordo di una partita d'andata regalata al supplementare, chiude sull'82-71 dopo aver inseguito per tre tempi, dopo aver sofferto la fase in cui Milano s'illudeva con il tiro da 3.
È la trappola dove si è fatto incatenare anche il Nonno Ghiacciato perché nasconde le debolezze mentali e tecniche di un gruppo che non è squadra, perché regna la confusione, c'è poca solidarietà e quando passi dal 6 su 12 dalla linea magica al 2 su 14 della mortificazione crolla la casa e lo si è capito con l'ultimo quintetto da disperati di Sandor, quello con Rocca e Mordente che dovevano rimediare alle amnesie del solito Greer da 1 su 7 e 4 palle perse, del prevedibile David Hawkins che i suoi sassi non li trova per abbattere i Golia che ha di fronte perché se gli danno due falli troppo presto va per la tangente e chiude con meno 16 di valutazione, un 0 su 5 al tiro che dovrebbe far riflettere chi affida l'attacco a gente come lui o Mancinelli (1 su 5 da 3) che sta invece così bene in posto quattro.
Peccato che ieri il micione Recalcati abbia messo nel fianco dell'asinello ambrosiano l'estone Kristjan Kangur ricusato dalla Virtus Bologna che ieri ha interrotto a Cremona la striscia delle sconfitte (4), calmando un po' il Sabatini che in settimana aveva fatto irruzione in una radio per contestare i conduttori della trasmissione in maniera davvero colorita.
Kangur ha sollevato la Cimberio che Phil Goss, nel ricordo delle immeritate amarezze dell'andata al Forum, aveva sostenuto prima con i tiri liberi, poi con la difesa e, infine, usando la spada. Per l'estone 16 punti, 12 rimbalzi, ma è stato l'uomo di Washington a calare gli assi serviti con perizia da Jack Galanda e da Stipecevic: per lui 22 punti, 7 rimbalzi, 4 recuperi.


Per l'Armani la rabbia doppia che prende i deboli in salita: Cantù ha inseguito Biella per tanto tempo, ma poi alla fine ha lasciato l'Angelico senza ali con Ortner (20) e Mazzarino(22), settima sconfitta su otto partite per la squadra che ora frigge al terzultimo posto in una giornata dove Sassari ed Avellino fanno ancora capolavori.

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