Piano "Great Gaza Riviera". Soldi e cibo a chi se ne va e controllo Usa per 10 anni

Turismo e hi-tech nella Striscia, token o 5mila dollari e alimenti per un anno a chi lascerà la propria casa

Piano "Great Gaza Riviera". Soldi e cibo a chi se ne va e controllo Usa per 10 anni
00:00 00:00

A Gaza si combatte, ma il sogno di trasformarla in una Riviera ad alta tecnologia prende forma, almeno nei progetti dell'amministrazione americana. Cinquemila dollari in contanti potrebbero finire agli abitanti della Striscia che decideranno di lasciarla mentre si ricostruisce, in modo che possano pagarsi un affitto in un altro luogo per quattro anni e cibo per un anno. L'amministrazione dell'enclave palestinese sarebbe affidata a un ente fiduciario gestito dagli Stati Uniti per 10 anni, "finché un'entità politica palestinese riformata e deradicalizzata non sarà pronta a sostituirlo". La sicurezza finirebbe invece a società militari private. Ecco i dettagli del piano di ricostruzione postbellica di 38 pagine che circola all'interno del governo statunitense e che, grazie anche alla collaborazione di partner internazionali come Arabia saudita ed Emirati arabi, al suo culmine vedrà la Striscia trasformata in un polo turistico e insieme manifatturiero e tecnologico di alto livello, con aziende sul territorio come Tesla e Amazon. La rivelazione è del Washington Post, che ha avuto accesso al documento, sul quale non c'è e non è ancora in programma una valutazione ufficiale, ma che potrebbe essere proprio "il piano molto completo" a cui si è riferito l'inviato speciale di Trump per il Medioriente, Steve Witkoff, e del quale il presidente potrebbe aver discusso con l'ex premier inglese Tony Blair, il genero Jared Kushner e il segretario di Stato Marco Rubio.

Nessuna deportazione, ma ricollocazioni "volontarie" per i gazawi in un altro Paese o in zone di sicurezza nell'enclave: si stima che a restare voglia essere il 75% e che il 25% sia pronto ad andare via. Ai proprietari terrieri, il trust americano offrirebbe un token digitale, in cambio del diritto di riqualificare la propria proprietà, e che potrà essere utilizzato per finanziare una nuova vita altrove, oppure per riscattare un appartamento in una delle sei-otto nuove "città intelligenti basate sull'intelligenza artificiale" che saranno costruite nella Striscia. Durante quel periodo, Gaza si trasformerebbe in un polo turistico e manifatturiero ad alta tecnologia. Per mano del fondo americano, il GREAT Trust (Gaza Reconstitution, Economic Acceleration and Trasformation Trust), nel cui nome ricorre quella visione in "grande" di Trump, e che è stato sviluppato da alcuni degli israeliani che hanno creato e avviato la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) incaricata della gestione degli aiuti umanitari a Gaza. Per il trust ci sarebbe un risparmio di 23mila dollari rispetto al costo degli alloggi temporanei e dei servizi di "supporto vitale" per chi decide di restare, ma rendimenti per 100 miliardi dopo il decennio.

Il presidente americano, intanto, starebbe aumentando la pressione sul premier israeliano Benjamin Netanyahu perché Israele sconfigga Hamas in due settimane, riferisce Channel 12. Ieri il ministro israeliano della Cultura, Miki Zohar, non ha lasciato speranze sull'intesa parziale che Hamas vorrebbe concludere, tanto che la questione non è stata "all'ordine del giorno" nella riunione di gabinetto, avvenuta in località segreta dopo gli attacchi degli Houthi. "Solo un accordo completo", ha detto Zohar.

La guerra prosegue nella Striscia, mentre lo sfollamento di circa un milione di persone da Gaza City va avanti a rilento, con i civili stremati dall'ennesimo spostamento forzato. "L'evacuazione di massa è impossibile", dice la Croce Rossa. E il sangue tinge un'altra giornata con almeno 63 morti dall'alba secondo Hamas, 15 dei quali in cerca di aiuti, 7 uccisi dalla fame, mentre la missione Global Sumud Flotilla si dirige verso Gaza nel tentativo di portare sostegno. Le Forze Armate d'Israele (Idf) portano a casa un risultato militare importante: l'uccisione a Gaza City del portavoce di Hamas, Abu Obeida, fra gli autori della propaganda del gruppo, che ha collaborato ai filmati degli ostaggi e alla coreogafia delle liberazioni a favor di telecamera. Hamas per ore non ne ha confermato la morte, lo ha fatto invece su quella di Mohammed Sinwar, ucciso a maggio. Ma Israele, che invece l'ha confermata, ha ironizzato tramite Netanyahu sul mancato annuncio su Obeida: "Non sta arrivando, a quanto pare non c'è nessuno che possa parlare", ha scherzato il premier. Le Idf promettono che i leader di Hamas, molti dei quali all'estero, saranno raggiunti ovunque. La grande offensiva su Gaza City intanto è alle porte. Domani all'esercito si uniranno 60mila riservisti.

E c'è un altro fronte sul quale il governo israeliano prospetta un futuro ben diverso.

L'esecutivo sta discutendo seriamente l'ipotesi di annettere parti della Cisgiordania occupata come ritorsione per l'imminente riconoscimento dello Stato palestinese da parte di alcuni Paesi occidentali. Secondo il Jerusalem Post, il ministro degli Esteri Gideon Sa'ar ha informato dei piani il suo omologo statunitense Marco Rubio.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica