Claudio Pompei
Nei giorni immediatamente successivi allaffermazione elettorale alla Regione Lazio, Piero Marrazzo amava spesso ripetere che la sua giunta avrebbe segnato una netta inversione di tendenza rispetto allamministrazione Storace. «Discontinuità» era la parola magica che riecheggiava in ogni discorso dellex conduttore di «Mi manda Raitre». A poco più di un anno di distanza dal suo insediamento, bisogna ammettere che la promessa è stata più che rispettata. Qualche esempio illuminante? Non cè che da scegliere: sulle politiche della famiglia la giunta di centrodestra aveva varato una serie di provvedimenti a favore delle ragazze madri e di sostegno allinfanzia e alla famiglia tradizionale. Lamministrazione Marrazzo, invece, è stata la prima in Italia ad anticipare i cosiddetti Pacs, cioè il riconoscimento delle coppie di fatto e le agevolazioni economiche alle unioni di ogni genere, anche tra persone dello stesso sesso. Sul problema delle tossicodipendenze Storace varò una politica di appoggio alle comunità terapeutiche protette; Marrazzo, al contrario, ha fatto approvare una risoluzione che prevede luso terapeutico della cannabis senza limitazioni e la sua libera coltivazione. Sulla sanità, Storace introdusse il ticket di un euro per ogni ricetta e aprì tre grandi ospedali (il centro oncologico San Raffaele, il SantAndrea e il policlinico di Tor Vergata). Marrazzo ha cancellato il ticket ed è costretto ora a «riconvertire» (cioè a chiudere) alcuni ospedali e a tagliare migliaia di posti letto. Gli esempi della promessa «discontinuità» marrazziana potrebbero continuare allinfinito. Ma ce nè uno che sta preoccupando i cittadini del Lazio più di ogni altro: quello della pressione fiscale regionale. La giunta Storace, nel triennio 2002-2004 approvò uno sgravio del 12,5 per cento delladdizionale Irap a carico delle imprese e diminuì del 17 per cento le tasse di concessione regionale a numerose categorie. La maggioranza di centrosinistra guidata da Marrazzo, invece, comè noto, ha dovuto metter mano alladdizionale Irap, già aumentata con lacconto del 20 giugno. E ora tocca allIrpef, con un aumento delladdizionale che supera addirittura il 50 per cento: passerà infatti - appena ricevuto lok obbligato del governo Prodi - dallattuale 0,9 per cento all1,4 per cento, com aumenti annui che andranno dai 160 ai 500 euro. Si salveranno solo i titolari di redditi al di sotto dei 32mila euro lordi lanno.
In questo quadro, le scelte della giunta Marrazzo continuano a suscitare pesanti critiche da parte delle categorie più tartassate e dellopposizione di centrodestra in Consiglio regionale. «Dopo lIrap - insorge Fabio Desideri, capogruppo della Dc alla Pisana - è la volta dellIrpef. Sembrano non placarsi gli intenti vessatori dellesecutivo regionale di centrosinistra, sempre più proteso alla famelica ricerca di denaro per coprire le falle aperte da una gestione di governo a dir poco improvvisata.
Arriva la «stangata» Irpef: +50 per cento
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