In arrivo 26 milioni per Pagnossin e Ginori Forti perdite nel 2006

Entrano Bonelli e Sarreri. I piani industriali e il valore dei terreni

da Milano

Sospese in Borsa a tempo indeterminato da poco più di un mese, per Pagnossin e Richard Ginori, rispettivamente controllante e controllata, sembra in vista la soluzione alla crisi che le sta provando ormai da anni. Nel 2006 il salvatore doveva essere la Vetrofin di Rocco Bormioli, il quale aveva già assunto la presidenza di Ginori; ma al 30 novembre, data di sottoscrizione delle intese, tutto è andato in fumo. Carlo Rinaldini, che attraverso Iprei detiene la maggioranza del gruppo, ha individuato altri due soci, Basic Essence di Ronny Bonelli e Immobili commerciali di Luca Sarreri. L’operazione s’impernia nella costituzione di una newco, Deluxe 23, nella quale Rinaldini apporta il 51% di Pagnossin, e gli altri due soci 26 milioni in conto capitale; Bonelli avrà il 50%, Sarreri e Rinaldini il 25% ciascuno. I soci contano sull’esclusione dall’Opa prevista per il caso di ristrutturazione. Pagnossin, ricapitalizzata da Deluxe, potrebbe a quel punto ricorrere a un secondo aumento di capitale sul mercato per una quota ipotizzabile in 20 milioni. Il primo obiettivo è quello di sanare i debiti (32 milioni, di cui 24 con le banche, capofila Antonveneta). Anche per Ginori, di cui Pagnossin detiene il 56%, è previsto un aumento di pari importo per azzerare l’indebitamento. Il 15 gennaio è convocata l’assemblea per la nomina del nuovo cda di Ginori, che rappresenterà i nuovi equilibri; di Pagnossin è già stato nominato presidente Sarreri. Entrambe le società hanno chiuso il 2006 con perdite importanti (Ginori è in rosso di 6 milioni su 30 di fatturato). Pagnossin stringerà accordi di distribuzione con Bonelli, azionista delle catene Viceversa e La porcellana bianca; Ginori sarà rilanciata soprattutto negli Stati Uniti e in Giappone.

Ma la vera ricchezza sono gli immobili: gli attuali stabilimenti di Pagnossin, a Treviso, saranno trasformati in centri commerciali, mentre le aree di Ginori a Doccia, presso Firenze, hanno un valore stimato in 100 milioni.

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