Giacomo Legame
Il più bello tra i Caravaggio, come disse il collezionista e scrittore seicentesco Horace Walpole, eppure lasciato, per secoli, ad annerire in un sovrapporta nella reggia di Hampton Court sta per tornare a Roma, città nella quale vide la luce tra il 1601 e il 1602. Si tratta del celebre «Chiamata dei santi Pietro e Andrea», che arriverà nella capitale a metà novembre. La sede è ancora da stabilire. Maurizio Marini e Denis Mahon sono i curatori di questa mostr che potrebbe trovare ospitalità nellAla Mazzoniana della stazione Termini (che ospitò la mostra su Guercino, curata sempre da Mahon) oppure a Palazzo Venezia.
Comunque si sta lavorando per esporre il capolavoro di Caravaggio, corredato dalla dettagliata documentazione relativa alle indagini conoscitive, che hanno accompagnato il restauro. «Ormai - dice Marini - non ci sono più dubbi. Il restauro, del resto, ha convalidato la documentazione coeva, che ne attestava lautografia». Il dipinto fu acquistato da Carlo I nel 1637 e , «quando arrivò a Londra - prosegue lo storico dellarte - il consulente e pittore del re, Orazio Gentileschi, amico di Caravaggio, probabilmente lo aveva già visto a Palazzo Giustiniani».
Di soggetto squisitamente religioso, lopera «orbitò in ambiente cattolico tra il 1637 e il 1640, durante la rivolta puritana di Cromwell», ma in seguito, spiega Marini, fu completamente stravolta fino a farne una tela di carattere profano.
Divenuto un sovrapporta nella dimora reale, il grande collezionista Horace Walpole lo riconosce come uno dei Caravaggio più belli e comunque il dipinto resta sempre tra i capolavori della Corona. Anche se le ripetute ridipinture sulla patina annerita ne stravolgono completamente la lettura.
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