È in arrivo l’artistoide colorato Dondup

La corsa a ostacoli per la conquista di traguardi di leggerezza mai osati sembra essersi fermata alla fatidica soglia dei 200 grammi: nei tessuti da uomo l'extra light ha il fiato sul collo perché l'avanzata di tipologie più consistenti e compatte sembra inarrestabile. «I nuovi materiali continuano a mantenere una certa leggerezza, ma al di sotto dei 200 grammi difficilmente è sana» sostiene Francesco Barberis Canonico, responsabile dello stile e della comunicazione dell'azienda di famiglia, la Vitale Barberis Canonico, lanificio a ciclo completo che produce pregiati tessuti pettinati e cardati di lana per uomo. «I tessuti troppo leggeri svolazzano, impediscono all'abito di cadere nel giusto modo, diventano come un sacchetto di nylon sul corpo: caldo e poco traspirante. Un uomo elegante non si veste così», aggiunge il raffinato manager sostenendo che le pieghe che si formano naturalmente quando ci si siede sono molto più accettate se poche e grosse e molto meno se fomano quell'odiosa fisarmonica esteticamente riprovevole. «Per i pantaloni, amo il popeline che tiene perfettamente la piega e fatta eccezione per il lino che naturalmente si stropiccia, non mi piacciono i tessuti che non hanno consistenza e non tengono un aplomb», confessa Ermanno Scervino spiegando di prediligere l'organza di mano molto secca e di appeal moderno. «Per l'estate mi piace molto anche il lino soprattutto negli abiti interi. Ma è chiaro che un vestito lo puoi mettere solo dalla mattina alla sera, il giorno dopo è da far sistemare» spiega lo stilista. Insomma lino sì ma in nuove versioni. «Il lino mi fa venire in mente un passo della Genesi: ecco io ti metto a capo di tutto il paese d'Egitto. Il faraone si tolse di mano l'anello e lo pose sulla mano di Giuseppe; lo rivestì di abiti di lino finissimo e gli pose al collo un monile d'oro» osserva Brunello Cucinelli, specialista nel trasformare il cashmere in prodotti sensazionali e non a caso uno dei protagonisti della tavola rotonda che si terrà su questa nobile fibra a Palazzo Collicola di Spoleto il 25 giugno. «Il lino, simbolo di divina purezza, lo immagino utilizzato nelle nostre collezioni ma mixato ad altri materiali», spiega il filosofo imprenditore che giustamente annuncia con le sue parole il concetto più interessante quando si parla di progettazione di tessuti: i mix tra le varie fibre. «Sono proprio le mescole, le nuove frontiere della ricerca e noi abbiamo in collezione meravigliosi incastri di lana con lino o di lana con cotone e seta. Queste nuove famiglie sono piaciute moltissimo agli stilisti così come tra i disegni più celebrati c'è per esempio il Giga Galles, finestrato più grande di una cartolina con filetti colorati, entrato fra le grandi passioni dei giovani», spiega Barberis Canonico parlando di nuove giacche di forte personalità da indossare anche sui jeans. Viceversa, completamente out sono i gessati netti e vistosi da banchiere londinese. Non sono visti di buon occhio e hanno lasciato il posto a righe soft talmente sottili che a distanza di cinque metri non le percepisci più. Fra i colori, le più gettonate sono le gamme dei blu. «Dai più brillanti e intensi come il blu royal, cobalto, pavone e indaco, a quelli più scuri e raffinati come il blu di Prussia, blu oltremare e blu notte. Importanti anche gli azzurri, i turchesi, i beige naturali» aggiunge Barberis Canonico andando nella stessa direzione di Scervino: «Amo il blu quasi pervinca e tanti azzurri.

Tonalità che ammantano di poesia il mio stile metropolitano, asciutto e preciso» dice il designer svelando che l'uscita finale della sua sfilata vedrà in passerella bellissimi ragazzi in smoking di leggerissimo crespo di lana, ovviamente blu.

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