In arrivo il record con i cechi

Filippo Grassia

L’avventura mondiale non ha smorzato le polemiche sulla modalità di raccolta delle scommesse sportive. A questo riguardo Raffaele Palmieri, presidente Sicon, è fortemente critico con il sistema: «Sarebbe stato anacronistico e improduttivo limitare il gioco telematico vista l’adesione di tanti bookmaker stranieri che per anni hanno attuato una concorrenza spietata e senza precedenti nei confronti dei concessionari italiani. La lotta agli operatori fuorilegge rientra nel percorso di Aams. Ma presto si è sviluppata una anomalia ancora più devastante in termini di concorrenza sleale».
A cosa si riferisce?
«Al fatto che s’è verificata una forte ed immediata espansione di nuovi operatori illegittimi sul territorio. E allora, se la lotta agli irregolari si incentra sul principio del divieto di intermediazione, è evidente che il nemico da sconfiggere è rappresentato dalla carenza di luoghi di vendita ufficiali, cosi come sono timidamente definiti dal recente decreto ministeriale. Ci troviamo così di fronte a una realtà paradossale. Invece di portare avanti una spasmodica lotta ai ctd all’italiana e agli internet point, sarebbe più logico offrire agli utenti la possibilità di scommettere legalmente in un maggior numero di punti sul territorio».
Allora cosa propone?
«L'art. 2, comma 2, del decreto direttoriale sancisce che la raccolta a distanza delle scommesse su questi eventi può essere esercitata soltanto dai titolari delle relative concessioni. Quindi il concessionario è il responsabile, il garante, in pratica l’unico riferimento dell’Amministrazione. Spetta a lui la gestione del proprio servizio nel rispetto, beninteso, dei principi di sicurezza e di territorialità. Per cui, in risposta alla sua domanda, mi auguro meno circolari, meno decreti direttoriali ma più controlli e più concorrenza».
È molto polemico con l’Aams...
«Ma sì. L'Amministrazione ha gravi responsabilità in questa direzione. I provvedimenti emanati nell'ultimo anno sono tutti a tutela di un sistema anomalo di raccolta. Dove si è tenuto conto dei numeri senza tutelare a sufficienza la clientela. E infatti l’Amministrazione è corsa ai ripari con la campagna pubblicitaria sul gioco sicuro e una serie di iniziative che non affrontano la questione alla radice».
Ma esiste una ricetta?
«Da tempo chiediamo l'estensione della rete, vi sono 7500 comuni scoperti: è arrivato il momento di affrontare concretamente questo problema. Il Mondiale di calcio rappresenta un’altra occasione persa. A mio parere l’Amministrazione, attraverso questo modello ibrido, di fatto autorizzativo, sta svuotando le concessioni, dimenticandosi del lavoro profuso dai singoli concessionari e della convenzione stipulata, a fronte di una crescita della raccolta».
Record. Il secondo incontro dell’Italia al Mondiale, pareggiato con gli Stati Uniti, ha stabilito il record assoluto di scommesse su una partita di calcio: 8,16 milioni di euro il movimento registrato dalla Snai sommando il gioco effettuato in agenzia e a distanza. Il calcolo comprende le scommesse multiple e quelle in modalità live sul risultato finale e sulle marcature. Battuto il primato registrato in Brasile-Croazia (6,5 milioni). Al terzo posto Italia-Ghana che raccolse giocate per 5,4 milioni.

Probabile un nuovo record giovedì prossimo in occasione dell’incontro che opporrà gli azzurri alla Repubblica Ceca nell’ultimo impegno della prima fase. Per i quotisti Italia favorita e perciò la vittoria degli azzurri è data a 2 contro il 3,60 degli avversari. A 3,10 il pareggio.

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