«Asia», i grandi reduci del rock progressivo

Il rock progressivo muore ma non si arrende. Le band si sciolgono ma il genere (pomposo, ridondante, magmatico nei suoi incroci di musica classica, barocca, pompierismo rock, improvvisazioni jazz e cascami folk) ha legioni di assatanati sostenitori (tanti quanti gli strenui detrattori). Sarà comunque festa stasera al Rolling Stone (ai loro tempi non sarebbe bastato il Vigorelli) per il concertone degli Asia, una specie di All Star del prog rock che raccoglie augusti (e vetusti) artisti che hanno militato negli Yes, nei King Crimson, in Emerson Lake & Palmer.
Gli Asia sono nati all’inizio degli anni Ottanta dallo sfaldamento di gruppi storici come Yes, King Crimson e Emerson Lake & Palmer. Quattro superassi guidati da John Wetton, bassista e cantante che fece parte della formazione più hard dei King Crimson (quelli che incisero Larks’ Tongues in Aspic e Starless and Bible Black) è una specie di jolly del prog rock che ha lavorato anche con Family, Uriah Heep, Roxy Music e tantissimi altri. Wetton è il vero promotore del gruppo. Ci provò prima con gli ex Yes Bill Bruford e il nobile tastierista Rick Wakeman (si chiamavano British Bulldog), fece poi altri tentativi e alla fine coinvolse il chitarrista Steve Howe (anche lui orfano degli Yes), il glorioso Carl Palmer dietro ai tamburi e alle tastiere l’ex Buggles (ma anche lui della famiglia Yes) Geoff Downes.
Partirono bene e con l’album semplicemente intitolato Asia dominarono le classifiche americane, anche se furono snobbati dai duri e puri del genere e da riviste come Rolling Stone. La band si è sciolta ed è rinata moltissime volte in questi anni, con nuovi innesti importanti come Greg Lake (che prese proprio il posto di Wetton al basso)con alterne fortune. Gli Asia sono rinati ufficialmente nel 1989 e negli anni Novanta hanno avuto una frenetica, seppur intermittente, attività dal vivo e su disco (album come Then and Now, Aqua, Aria (con il chitarrista Al Pitrelli dei Megadeth e con altri personaggi come John Payne, il chitarrista Guthrie Govan, il batterista Chris Slade poi sostituito da Jay Schellen). Anche nel nuovo secolo, indomiti nostalgici, hanno tenuto vive le atmosfere di un progressive legato alle origini ma proiettato nell’attualità.

Ora sono tornati al quartetto originale, rinato nel 2006 (in parallelo è nato il marchio Asia featuring John Payne che comprende Payne, Govan, Schellen e Ryo Okumoto ma questa è un’altra storia) e dispensano a mani basse il loro suono pomposo ma estremamente spettacolare dal vivo (sono perennemente in tournée in mezzo mondo, dal Giappone al Sudamerica), incidendo anche pochi mesi fa l’album Phoenix. Anche in Italia vengono spesso e ad attenderli c’è un pubblico caldo, che aspetta i nuovi brani e i classici loro e delle loro band originarie. Del resto come perdere una lezione di ritmo di mr Carl Palmer?

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