di Mario Celi
Che qualcosa non tornasse nellinchiesta di Cremona sul calcioscommesse, era abbastanza evidente. Molta enfasi, troppe esternazioni eclatanti, una visione immaginifica e devastante di un ciclone che si sarebbe da lì a poco abbattuto sullintero mondo del calcio. E non stiamo parlando di sensazioni, ma di quello che viene chiamato «nero su bianco» scritto e sottoscritto dal giudice per le indagini preliminari del tribunale cremonese, Guido Salvini. Dalla «frequenza delle manipolazioni è impressionante» alla «esistenza di una sorta di tariffario di massima per la compera delle partite», dalla attività dellorganizzazione che «rischia di avere già falsato alcuni dei risultati dei vari campionati... Atalanta e Siena.... due delle squadre coinvolte» al «terreno fertile per linsinuazione di elementi della criminalità organizzata», ai fantasmi del «secondo livello» che con riferimenti diretti e mezze parole avrebbe potuto coinvolgere anche numerosi club di Serie A, nulla (ci) è stato risparmiato. Ma tutta questindagine-bomba della magistratura ordinaria che - parole del procuratore della repubblica a Cremona, Roberto Di Martino - «durerà almeno un anno», nelle mani della giustizia sportiva si è rivelata poco più di un mortaretto. Certo, lo sport ha riti e diritti diversi, persegue procedimenti veloci e sommari ma di rado efficienti nel raggiungimento della verità.
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