Questa la sentenza e le motivazioni del giudice sportivo Gianpaolo Tosel sui fatti inerenti Catania-Palermo del 2 febbraio:
«Dalle immagini televisive, la dinamica dei drammatici eventi verificatisi in occasione della gara Catania-Palermo del 2 febbraio 2007 può essere sintetizzata nei seguenti termini:
a) prima dellinizio della gara, un gruppo di tifosi catanesi danneggiava gravemente i servizi igienici dello stadio, asportando sanitari, rubinetterie e piastrelle di rivestimento;
b) il minuto di silenzio in memoria di Licursi veniva turbato dai petardi lanciati dalla curva nord;
c) allinizio del secondo tempo, al sopraggiungere degli autobus che trasportavano i tifosi palermitani, alcuni tifosi locali scagliavano dalla curva nord pietre, bulloni, attrezzature cartellonistiche e bombe carta;
d) le forze dellordine consentivano ai palermitani di raggiungere il loro settore, proteggendoli da ulteriori aggressioni, dei locali, che tentavano di entrare nella «zona sterile»;
e) gli agenti erano bersaglio di violenze presso i varchi di accesso alla curva nord, attraverso i quali alcune centinaia di tifosi tentavano di uscire;
f) nel tentativo di arginare laggressione, le forze di polizia erano costrette a ricorrere alluso di lacrimogeni. Alcuni di questi, caduti nella curva nord, erano stati raccolti e rilanciati in campo. Larbitro era così costretto a sospendere la gara per 35;
g) ripreso il gioco, la gara si concludeva regolarmente, ma gli scontri tra poliziotti e tifosi continuavano nella zona antistante lo stadio;
h) il bilancio conclusivo è la morte dellispettore capo Filippo Raciti, il ferimento di 62 agenti, di 5 componenti gli equipaggi delle autoambulanze e di 13 civili». Fin qui la ricostruzione degli eventi, cui segue anche il film dellagguato mortale ottenuto con la nota della procura della Repubblica di Catania: «Allesplodere degli scontri, alcune centinaia di occupanti la curva nord tentavano di uscire nella stretta bretella che congiunge piazza Spedini a via Cifali, contrastati dalle forze di polizia, che non riuscivano tuttavia a bloccarli. Poco prima, un giovane alzatosi dalle gradinate collocava un grosso oggetto di metallo in prossimità di una delle uscite. Questo oggetto veniva poi usato da unaltra persona a mo di ariete contro gli agenti. Appare dunque probabile che l'ispettore capo Raciti sia stato colpito in tale circostanza, riportando le lesioni mortali. Inequivocabile la responsabilità della società etnea per i comportamenti delinquenziali dei suoi sostenitori».
Inevitabile lapplicazione della responsabilità oggettiva e quindi la stangata giustificata dal fatto che «quanto accaduto allinterno e allesterno dello stadio è stato connotato da ununicità di organizzazione con genesi allinterno dello stadio. È dalla curva nord che vengono scagliati gli oggetti contundenti e che i tifosi si muovono per aggredire le forze di polizia. E dallunicità di questa condotta che consegue la responsabilità della società Catania. La sanzione è dunque da commisurare in base alla gravità dei fatti e alla recidività. In tale ottica, è necessario rilevare lassoluta inefficacia dissuasiva delle sanzioni già inflitte nel corso della stagione al Catania per atti di violenza commessi dai suoi sostenitori, quali la diffida (Palermo-Catania del 21 settembre 2006, lesioni arrecate ad addetti della Società ospitante) e la squalifica del campo per due turni (Catania-Messina del 26 settembre 2006, gravi lesioni ad agenti di polizia).
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