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Asse contro Rai-Mediaset Murdoch su De Benedetti

Il proprietario di Sky, monopolista nella tv satellitare, ora punta al digitale terrestre. E bussa alla porta dell’editore di Repubblica, per l'acquisto di ReteA

Asse contro Rai-Mediaset  
Murdoch su De Benedetti

Attenti a quei due. Ma qui non si parla di Tony Curtis e Roger Moore, simpatiche canaglie della serie di telefilm cult degli anni Settanta. Bensì dei molto meno accomodanti Rupert Murdoch e Carlo De Benedetti. Lo Squalo e l’Ingegnere. Insieme. A fare cosa? Affari, naturalmente. Perché l’ultima ipotesi di lavoro, per il magnate australiano padrone di Sky Italia, è quella di trattare con l’editore di Repubblica ed Espresso il rafforzamento della propria posizione nella tv italiana: dopo il dominio assoluto del satellite, dove Sky ha il 93% del mercato, lo Squalo punta al digitale terrestre. Alla faccia del duopolio Rai-Mediaset che, di fronte al dilagare del blob-Murdoch, è già ora una figura risibile.

Ebbene quei due, secondo indiscrezioni che circolano da qualche tempo, ieri riportate dall’autorevole Corriere della Sera senza essere smentite, stanno pensando a un’operazione che può valere 300 milioni: a Murdoch interessano le tv che l’Ingegnere vuole vendere. Si tratta di Rete A, canale analogico nazionale, il cui valore risiede però nelle concessioni per due reti (multiplex) sul digitale terrestre. Il che equivale a sei possibili canali per ciascun multiplex (o 5 in alta definizione). Attualmente i canali digitali prodotti e diffusi da Rete A sono 2: All Music e Repubblica tv. Ma il potenziale è per 10-12 digitali. E, come noto, dal 2012 verranno spenti tutti i ripetitori analogici: la tv si potrà vedere o sul digitale, o con la parabola.
Rete A è stata rilevata dal gruppo Espresso nel 2004 per 115 milioni. Obiettivo: entrare in quel business, creare sinergie con le radio (Capital, Deejay, m2o), realizzare in 3 anni un utile operativo del 30%. Il risultato si può vedere sul sito www.fallmusic.tk, tenuto dai 29 dipendenti (su 37) di All Music, licenziati in aprile. De Benedetti ha dato mandato a Mediobanca per riorganizzare il gruppo e cedere Rete A. E Murdoch, sembra per il tramite dell’amico Tarak Ben Ammar, finanziere tunisino socio di Mediobanca (peraltro considerato vicino anche a Silvio Berlusconi e come tale soggetto ideale a fornire una «garanzia» all’operazione), si sarebbe fatto avanti.

La partita è pesante. In gioco c’è il futuro dell’emittenza nazionale. E le mosse di Murdoch verso il digitale terrestre rappresentano il vero nodo in tema di concorrenza. Tanto che, regole alla mano, prima del 2012 lo Squalo non può operare a nessun titolo nel digitale terrestre. Lo ha stabilito l’Antitrust europeo nel dare l’ok alla fusione di Telepiù con Stream che ha dato vita a Sky Italia del 2003: una «posizione dominante» autorizzata a condizione che Murdoch stesse alla larga da ogni altra piattaforma tv fino al 2011. Ora però sappiamo che lo Squalo inizia muoversi. L’interesse per Rete A sembra propedeutico a mosse future, magari attraverso la creazione di veicoli societari provvisori, alleanze a tempo con l’Ingegnere. D’altronde le affinità politiche con l’editore di Repubblica ci sono tutte: basta pensare alla battaglia scatenata contro il governo Berlusconi da Sky in occasione dell’annullamento dell’Iva agevolata. Mentre legami tra gruppo Espresso e Murdoch esistono già: sia sul fronte industriale, con le radio del gruppo approdate sul bouquet di Sky. Sia su quello più malevolo dei rapporti personali: i maligni ricordano che l’attuale moglie del numero uno di Sky Italia Tom Mockridge, Lucia Baresi, almeno fino al febbraio scorso si occupava delle relazioni istituzionali di Rete A. Mentre i due gruppi hanno avuto in comune anche uno dei più stimati legali in materia di emittenza tv, l’avvocato Roberto Mastroianni.

Ma Murdoch non guarderebbe solo verso Rete A: non è un caso che anche Telecom (che controlla La7 e Mtv) sia corteggiata per i suoi 3 multiplex digitali (15-18 canali). Da chi, non è chiaro. Ma i carneadi israeliani o coreani che stanno circolando su questo tema possono far pensare a un «posteggio» per futuri passaggi di proprietà, quando cadranno i vincoli Antitrust.

Certo, se si pensa a un Murdoch con il 93% di Sky e 3-5 multiplex nel digitale, a fronte di Mediaset e Rai che stanno solo ora lanciando la loro piattaforma satellitare e che sul digitale hanno rispettivamente 3 e 2 reti, si trova subito chi sarà il futuro dominatore della tv italiana.

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