Nel 2010 le tariffe delle assicurazioni Rc auto hanno avuto unimpennata del 18% fino a toccare una media di 867 euro. Solo nellultimo trimestre laumento è stato del 6,6%. Sono alcuni dei principali dati emersi dallOsservatorio auto realizzato da Aiba in collaborazione con Iama Consulting. Dalla ricerca emerge un assottigliamento della competitività delle compagnie «dirette» (telefoniche e web) rispetto a quelle tradizionali: sempre nel 2010 le tariffe delle prime sono cresciute del 21,4%, contro il 17,9% delle seconde. Evidentemente i fattori che portano allaumento dei prezzi delle polizze influiscono anche su queste compagnie, riducendo il vantaggio derivante dal minore costo del canale di vendita utilizzato.
Gli incrementi delle tariffe Rc auto variano molto a seconda delle province. Ecco alcuni esempi applicati ai nuovi clienti: Milano 9,9%, Bologna 11,8%, Roma 14,8%, Firenze 14,9%, Napoli 31%. Allorigine di queste differenze cè, soprattutto, il tasso di sinistrosità caratteristico di ciascuna provincia. Questo fenomeno porta alcune compagnie a defilarsi da determinate aree geografiche praticando politiche tariffare scoraggianti, con la conseguenza di incentivare lelusione dellobbligo assicurativo. Le stime indicano quasi 3 milioni di auto prive di copertura assicurativa sul territorio italiano.
A determinare significative differenze nel valore dei premi è il profilo del guidatore. Ogni assicurato viene valutato in base alletà, al tipo di auto posseduta, alla classe di merito, ai sinistri con o senza colpa effettuati negli ultimi. Se laumento medio delle polizze per il guidatore «virtuoso» è stato solo del 10,3%, quello per il guidatore con sinistro è ammontato al 20,3%. Questi sono dati medi. In realtà, chiunque volesse sottoscrivere una nuova assicurazione Rc, farebbe bene a confrontare attentamente tutti i parametri adottati dalle diverse compagnie. In alcuni casi, per esempio, le tariffe possono lievitare se si hanno figli adolescenti in procinto di prendere la patente. Tra le variabili che un cosumatore dovrebbe soppesare con grandissima attenzione ci sono le «rivalse», ovvero i rimborsi che le assicurazioni pretendono da propri assicurati qualora i danni risarciti a terzi siano stati provocati in condizioni di non conformità legale: per esempio perché il guidatore aveva la patente scaduta, oppure in quanto al volante in stato di ebbrezza o sotto leffetto di stupefacenti. Su venti compagnie esaminate (circa il 95% del mercato), solo sei prevedono la possibilità di eliminare completamente la rivalsa nei confronti del proprietario conducente per guida in stato di ebbrezza. Altre sei prevedono uneliminazione parziale. «Io farei una distinzione - commenta Francesco Paparella, presidente di Aiba (Associazione italiana brokers di assicurazioni) - tra la guida in stato di ebbrezza, che viene riscontrata anche dopo due bicchieri di vino, e quella sotto effetto di droghe. Ma le compagnie non la fanno». Il quadro dipinto dallOsservatorio dovrebbe indurre i guidatori («anche quelli bravi»), sottolinea Aiba, ad aumentare la propria cultura assicurativa e a guardare molto più attentamente tra le pieghe delle polizze. E, in caso di insoddisfazione, rivolgersi a un'altra compagnia.
Per effettuare queste analisi si può ricorrere ai comparatori disponibili sul web, o rivolgersi ai broker, figure indipendenti dalle compagnie che garantiscono sempre il miglior suggerimento per una scelta realmente informata. «In passato - racconta Paparella - da noi venivano prevalentemente le aziende. Oggi lo fanno anche molti consumatori».
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