Assolto Fabrizio Corona: «Non diffamò Simona Ventura»

L'ex agente dei fotografi era stato denunciato dalla showgirl per una lettera aperta ritenuta minacciosa e pubblicata sul settimanale «Chi»

Ogni tanto, va bene anche a lui. Fabrizio Corona, infatti, è stato assolto dall'accusa di aver diffamato a mezzo stampa la conduttrice televisiva Simona Ventura. La sentenza del giudice della settima sezione penale arriva dopo la richiesta di condanna a una pena pecuniaria da parte del pubblico ministero. L'ex agente fotografico stavolta era sotto processo per una «lettera aperta» da lui firmata e apparsa il 26 agosto 2009 sul periodico Chi, ritenuta da Ventura «subdola e minacciosa» in alcune sue parti perché Corona parlava di un «Simona segreta» dopo una lite avvenuta a Porto Cervo. Nella lettera Corona scriveva: «Quanti pranzi e quante cene abbiamo condiviso in dodici anni di frequentazione che entrambi abbiamo avuto con Lele Mora? Potrei scrivere un libro sulla "Simona segreta" e tu lo sai bene, molto bene. E anche Lele potrebbe farlo». Nella querela, Ventura definiva la frase «subdola e mnacciosa anche nei toni (...) offerta all'ignaro lettore, legittimato a pensare le peggiori cose possibili» su di lei, una «professionista che cerca di fare al meglio il proprio lavoro che si basa soprattutto sul reciproco rispetto che si è creato con chi la segue da anni». Nel processo era coinvolto per omesso controllo anche il direttore di Chi, Alfonso Signorini, ma lo scorso 8 novembre Ventura aveva rimesso la querela nei suoi confronti, facendolo uscire dal dibattimento. Interrogato a processo, Corona il 3 febbraio si era difeso, sostenendo che Ventura «prova gelosia e rancore nei miei confronti». «Rispettiamo la decisione e ci riserviamo solo all'esito della lettura della motivazione se presentare eventuale appello.

Quello che conta è che il processo è servito a fare defintiva chiarezza su Simona Ventura visto che Fabrizio Corona ha pubblicamente dichiarato in dibattimento che in realtà non esisteva nessun segreto da raccontare», commenta l'avvocato Davide Steccanella, legale della conduttrice televisiva. Le motivazioni sella sentenza del giudice Anna Calabi saranno depositate tra trenta giorni.

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