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Atene o Tropici? La città invasa da migliaia di pappagalli

Gilda Lyghounis

Non hanno ancora imparato a sillabare «Tsi-pras» «Tsi-pras» o «Ko-stas» «Ko-stas», rispettivamente il cognome del premier ellenico riformista Alexis Tsipras e il nome del suo avversario conservatore, Kostas Mitsotakis, dato per vincitore delle prossime urne. Ma concedete ai pappagalli dei parchi di Atene poco tempo e ripeteranno «Tsi-pras» e «Ko-stas» come uno slogan, visto che le elezioni politiche ed europee si svolgeranno in Grecia nella primavera 2019. Uno degli argomenti preferiti di conversazione dei discendenti di Aristotele è appunto la politica, quando si siedono sulle panchine del giardino nazionale in pieno centro, davanti al museo archeologico o nei baretti di Goudy, la zona della movida ateniese. E allora anche i pappagalli entreranno in campagna elettorale.

Ma cosa c'entrano questi animali con Atene? Non parliamo di graziosi pennuti tenuti in gabbia a scopo ornamentale, ma di migliaia di esotici uccelli verdi e rossi che negli ultimi tempi hanno invaso la capitale. Non solo: lo stesso fenomeno si registra a Salonicco e nelle città delle isole di Creta e Rodi. Tanto che il quotidiano inglese The Guardian vi ha appena dedicato un'inchiesta e la Società ornitologica greca ha deciso di farne un censimento. Perché è vero che vivono anche in altre città europee, forse lasciati liberi da qualche bambino che li aveva avuti in regalo, ma non così numerosi.

Si dice che i primi pappagalli siano arrivati in Ellade al seguito dei soldati di Alessandro Magno di ritorno dall'India come esotico trofeo, ma non durarono molto. Anche gli esemplari che affollano oggi Atene vengono dall'Estremo Oriente. Il mistero che avvince lo stesso Panaghiotis Loutsidis, presidente degli ornitologi greci? I pappagalli non sono uccelli migratori. Quindi da dove arrivano? Una leggenda metropolitana narra che agli inizi del nuovo millennio, quando ancora funzionava il vecchio aeroporto alla periferia di Atene, sostituito dal 2004 da quello nuovo a 70 chilometri dalla città, ci fu uno «sbaglio doganale». Gli impiegati si ritrovarono una grossa partita di gabbie con pappagalli, allora popolari nei pet shop. Ma vuoi le lungaggini dei controlli veterinari, vuoi la burocrazia mediterranea, le gabbie furono dimenticate, forse aperte. Con la chiusura del vecchio aeroporto chissà cosa è successo. Di certo i pappagalli si sono riprodotti. E ora che l'aeroporto abbandonato sta per essere venduto a investitori stranieri, hanno pensato bene di evadere. Nei parchi di Atene e delle altre città greche, ricchi di palme e alberi da frutto.

Un clima ideale.

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