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Attentati ai copti, Bagnasco sfida l'Europa "Faccia sentire una voce contro le persecuzioni"

Il presidente della Cei durante l'omelia della messa nella cattedrale di Genova interviene sulla persecuzione dei cristiani in Egitto: "La comunità internazionale, a cominciare dall’Europa, faccia sentire una voce forte e una parola chiara perché il diritto alla libertà religiosa sia osservato ovunque senza eccezioni"

Attentati ai copti, Bagnasco sfida l'Europa 
"Faccia sentire una voce contro le persecuzioni"

Genova - E' ancora forte l'emozione dopo il massacro di Alessandria d'Egitto, in cui un'autobomba ha causato la morte di 23 cristiani copti. Mentre gli integralisti annunciano, su internet, un nuovo attacco ("Vi terrorizzeremo come i vostri padroni in Europa e in America"), la Chiesa interviene in due modi: da un lato con la preghiera, dall'altro con l'esortazione, verso la comunità internazionale - e in particolare l'Europa - affinché faccia sentire, in modo forte e chiaro, la propria voce.

Difendere libertà religiosa "La comunità internazionale, a cominciare dall’Europa, faccia sentire una voce forte e una parola chiara perché il diritto alla libertà religiosa sia osservato ovunque senza eccezioni": ad affermarlo è l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, nell’omelia pronunciata stamani nella cattedrale di San Lorenzo, in occasione dell’Epifania.

L'invito alla preghiera Il porporato ha poi invitato i cristiani "a pregare per i persecutori, perché aprano gli occhi alla luce". "Preghiamo per le anime dei defunti - ha proseguito - per i loro familiari nel dolore, per tutti i cristiani che in tante regioni del mondo ci danno l’esempio" perché "non possiamo, non vogliamo rimanere insensibili!". Poco prima il cardinale aveva invitato i fedeli ad "essere missionari del Vangelo" perché "non si tratta di essere arroganti ma luminosi". "L’esempio di tanti nostri fratelli nella fede, che rischiano e danno la vita per Gesù e la Chiesa - ha affermato - ci scuota dal torpore delle cose facili, dalla tiepidezza sempre alle porte, dalla facilità indolente di seguire la corrente del mondo".

Perseguitati perché parlano di uguaglianza e libertà I cristiani nel mondo sono perseguitati perché parlano di "dignità, di uguaglianza, di libertà di coscienza, di Stato di diritto". "Forse - si èdomandato il porporato cercando le motivazioni delle persecuzioni - i cristiani sono discriminati e perseguitati proprio perché, in nome di Cristo, parlano di dignità e di uguaglianza di ogni persona, uomo o donna che sia? Di libertà di coscienza? Perché predicano l’amore anche verso coloro che si pongono come nemici? Perché parlano di perdono, rifiutano la violenza e operano come costruttori di pace? Perché predicano la giustizia e lo Stato di diritto? Forse è per questo che qualcuno li giudica pericolosi e inaccettabili, oggetto di intolleranza, meritevoli di persecuzione e di morte?".

Né arroganti né intolleranti "I cristiani - ha proseguito il cardinale - là dove vivono come maggioranza, non sono arroganti verso nessuno, tanto meno intolleranti.

Partecipano alla vita pubblica nel rispetto delle leggi, propongono i valori fondamentali che stanno alla base dell’umanesimo e di una società libera e giusta: principi e valori nei quali credono per fede ma che sono anche conquista della ragione".

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