Attenti al pupo: può indovinare il presidente

Ci sono gli occhi lucidi, quando serve, meglio se a favore di telecamera, senza esagerare. Poi le puntatine in chiesa, in mezzo alla gente, per mostrarsi devoto quanto basta, senza esagerare. E la partita in tv, a soffrire per la squadra di baseball della città, tra un sorso di birra e l’altro, senza esagerare. Ma è il bambino quello che decide il tuo destino, e prega Dio che ti sorrida mentre lo prendi in braccio, sennò sarà l’America tutta che smetterà di sorridere a te. Hillary, Obama, Giuliani, Romney, persino nonno McCain, non hanno resistito alla tentazione (e all’obbligo) di farsi immortalare, come tradizione, con il pupo da baciare. E di certo lo faranno ancora per amore e per i flash.
Perché se è vero, come spiegò uno studio di Princeton e della Brandeis University, che una faccia pulita da bambino stronca il candidato che la porta in giro («viso tondo, occhi grandi, naso piccolo e fronte alta non ispirano la minima fiducia nell’elettore») è anche vero che con i bambini non si scherza. Bob Dole per esempio si infuriò moltissimo quando il mensile per famiglie Parents pubblicò le foto sue di Clinton e Ross Perot da piccoli e invitò i lettori a votare il più simpatico. Quasi sette genitori su dieci trovarono irresistibile il piccolo Clinton, Ross Perot arrivo al 28%, Dole appena sotto il sette. «Per forza - li accusò di slealtà il candidato repubblicano -, di Clinton avete messo la foto da neonato e me da scolaro. Chiaro che lui fa più tenerezza...» Battuto da un bebé si senti subito perduto. E così fu. C’è poi la rete tv Nicklodeon, emittente via cavo per i più piccini, che ogni quattro anni fa votare il presidente dai bambini. E viene presa sempre serissimo sia perché a quell’età, spiegano gli esperti, i piccoli condividono quasi sempre le preferenze del papà, e perché soprattutto hanno azzeccato il risultato di tre delle ultime quattro consultazioni. E guai a fare il furbo.

Al Gore ci provò al seggio nella scuola Forks River a Elmwood nel Tennessee, subito dopo avere messo la scheda nell’urna. Fermò un pupo e gli chiese a bruciapelo: «E tu per chi voteresti?». Risposta: «Per il mio amico Bobby...» Colpito e affondato. Senza esagerare.

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