nostro inviato a Bruxelles
"Nessuna paura", racconta il sottosegretario Paolo Bonaiuti entrando nella sede del Consiglio Ue. Di certo non per il Cavaliere - che mentre i piloti del 31/mo stormo annunciavano un "piccolo problema tecnico" per l'Airbus della presidenza del Consiglio - se la stava dormendo di gusto. Agli altri qualche timore è venuto, soprattutto quando hanno saputo che il disguido era un crepa sul finestrino del cockpit davanti al secondo pilota, il parabrezza dell'aereo per intenderci. Neanche troppo piccola se più d'uno dei passaggeri racconta che era ben visibile anche da sotto l'aereo. Ma evidentemente è stato di buon auspicio l'augurio di qualche ora prima di Benedetto XVI che - coincidenza - in una lettera a Giorgio Napolitano invocava la "benedizione del Signore sull'intera nazione italiana e in particolare sui responsabili della cosa pubblica chiamati a servire il bene comune".
Fatto sta che scaratata l'ipotesi di un atterraggio d'emergenza a Ginevra - l'Hercules di Stato stava sorvolando Zurigo - i piloti decidono di ritornare su Milano volando a bassissima quota per ridurre al minimo i rischi di depressurizzazione mentre dall'aereoporto di Ciampino parte verso Linate un velivolo sostitutivo. A Bruxelles Berlusconi arriva poco dopo mezzogiorno e prima di entrare nella sede del Consiglio Ue si ferma a parlare con i giornalisti. E assicura: "C'è stata solo una forte incrinatura del vetro, abbiamo dovuto ridurre la velocità e tornare a Milano.
Tutto qui, nessuna paura". Qualcuno ironizza e chiede al Cavaliere se non abbia pensato a "un complotto", magari dei finiani. Il premier ci pensa un attimo, probabilmente tentato dalla battuta, ma alla fine si limita solo a un sorriso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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