Politica

«Un atto atipico Dal Quirinale una mossa di valore politico»

RomaCurioso intervento quello del capo dello Stato sul caso Aldo Brancher. Legittimo ma anomalo. «È un atto atipico del presidente della Repubblica, provocato probabilmente dal timore di essere chiamato in causa per la nomina del ministro Brancher», azzarda il costituzionalista Francesco Saverio Marino. Secondo il quale, «si tratta di una esternazione più che altro politica e credo che in questa chiave debba essere valutata». La sinistra s’è irritata per l’immediato utilizzo dello scudo da parte del neo ministro e Marino riflette: «È anche chiaro che il legittimo impedimento non può essere usato in modo pretestuoso. Evidentemente il capo dello Stato, a pochi giorni dall’atto di nomina, ha ritenuto di dover esprimere la sua valutazione politica».
Ma insomma, il ministro Brancher poteva o non poteva invocare il legittimo impedimento? «Dal punto di vista formale è pacifico che poteva farlo», ragiona Achille Chiappetti, un altro costituzionalista. Il quale spiega al Giornale: «La legge dice che per i ministri costituisce legittimo impedimento a comparire nelle udienze dei procedimenti penali quali imputati, l’esercizio delle attività previste da leggi e regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni, nonché di ogni attività, comunque, co-essenziale alle funzioni di governo». Si tratta di capire e di valutare cosa può essere «co-essenziale» alle funzioni di governo. «E le organizzazioni delle attività di un ministero possono essere legittimamente interpretate come “co-essenziali”. Certo - prosegue Chiappetti - non è neppure scorretta la nota del presidente della Repubblica che ha voluto sottolineare che non c’è alcun nuovo ministero da organizzare in quanto l’onorevole Brancher è stato nominato semplicemente ministro senza portafoglio».

Ma la logica del Colle potrebbe essere stata un’altra: «Napolitano è il garante della funzione giurisdizionale e deve sempre vedere che non ci siano ostacoli alla gestione della giustizia».

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