"Emoji come codice segreto per sesso e droga". L'allarme tra i giovanissimi
29 Dicembre 2022 - 12:24Il sistema di comunicazione, ampiamente diffuso tra i giovani inglesi, si sta diffondendo anche in Italia e consente di scambiarsi richieste segrete legate alla droga grazie agli emoji
Una foglia per la cannabis, un naso per la cocaina, l'alieno per l'ecstasy. Dietro agli emoji che usiamo nelle chat dei tefonini si nasconde un vero e proprio codice dello spaccio. L'allarme arriva dal Regno Unito, dove il sistema criptato è ampiamente diffuso tra i giovani e consente di non essere scoperti né dai genitori né dalle autorità. Del resto, chi potrebbe mai immaginare che dietro a un innocuo messaggino con un quadrifoglio e un fiocco di neve si nasconda una vera e propria richiesta di droga? Eppure i giovanissimi inglesi utilizzano questo meccanismo segreto ma palese per acquistare e spacciare stupefacenti, ma anche per vendere prestazioni sessuali.
La guida agli emoji pericolosi
Per questo le autorità britanniche hanno deciso di diffondere una guida per informare genitori e insegnati sull'uso criptico, che i giovani fanno delle icone digitali per fare riferimento a droghe e sesso. Un vademecum diffuso dalla polizia del Surrey, contea a sud di Londra, per rafforzare la vigilanza su un fenomeno che sta preoccupando il paese e non solo. Si scopre così che un naso, un pupazzo di neve o una pompa di benzina si riferiscono alla cocaina, mentre il cavallo alla chetamina. Mentre una maschera, un robot o un alieno vengono utilizzati per parlare di ecstasy. Più ampia la gamma di emoji utilizzata per parlare di marijuana, rappresentata iconicamente come un cocomero, una caramella, un cane, un ananas e addirittura un limone. Nella guida si mostra come nelle chat non si parli solo dei diversi tipi di droga, ma anche delle modalità di assunzione (pillola o siringa), il livello di "purezza" delle droghe (bomba, fulmine per indicare sostanze forti) fino alle icone legate al sesso (pesca, melanzana, gocce e ciliegie).
Il fenomeno arrivato in Italia
La guida diffusa nelle scuole inglesi e su Facebook dalla polizia del Surrey non deve essere presa, però, come oro colato. Le icone potrebbero non indicare necessariamente che un ragazzo è coinvolto in attività illecite, ma consente comunque di potere monitorare la situazione. In Italia il fenomeno è in circolazione da alcuni anni anche grazie al frequente utilizzo di piattaforme come TikTok e WhatsApp, dove gli emoji la fanno da padrone. Del resto, l'uso delle icone come codice criptato non è una novità in Lombardia. Nel 2015 le autorità brianzole scoprirono un giro di droga proprio grazie all'uso di messaggi in codice tra pusher e clienti.
E già in quel caso gli emoji avevano fatto la loro parte.