
Passata la festa, gabbato lo Santo. Sulle spoglie mortali di San Carlo Acutis volteggiano da mesi avvoltoi e maldicenze, accuse vecchissime e nuovissime che tentano inutilmente di sporcare l'immagine dell'influencer di Dio, morto a 15 anni per una leucemia aggressiva l'11 ottobre del 2006, sepolto ed esposto in tuta e sneakers ad Assisi e proclamato santo da Papa Leone XIV appena l'altro ieri. E quali sarebbero le colpe di un ragazzo così innamorato dell'Eucarestia («la mia autostrada per il Cielo», la definiva) da fare la comunione ogni giorno, folgorato dall'aver sognato il nonno appena morto che chiedeva qualche preghiera per andare in Paradiso? «Essere un antisemita» perché secondo il Times of Israel nel suo blog sui miracoli eucaristici avrebbe attinto «a rappresentazioni medievali in cui gli ebrei erano indicati come colpevoli di sacrilegi», come se fosse un teologo e non un adolescente.
Impossibile ignorare questi miasmi, che dimostrano soltanto la potenza della sua testimonianza. C'è un pezzo di società (anche dentro la stessa Chiesa) che mal sopporta la veloce ascesa al Cielo di un geek smanettone che amava gli anni Novanta, la Playstation e i Pokemon, il cui peccato originale è essere di famiglia benestante. Il padre Andrea è un pezzo grosso di una importante compagnia assicurativa, e dunque la sua tomba nella chiesa di Santa Maria Maggiore ad Assisi, dove andava sempre in vacanza, sarebbe stata «comprata» pur di esaudire il suo penultimo desiderio terreno. E poco importa che le donazioni generose della famiglia siano finite a chi ne aveva bisogno, altrove. In silenzio. Perché come san Piergiorgio Frassati, l'alpinista dello Spirito morto a 24 anni, l'attenzione verso i più deboli non va esibita, «meglio essere cristiani in silenzio che chiacchierare, dirlo e non esserlo».
Lo stesso triste destino l'hanno subito in tanti. San Padre Pio è stato tacciato di essere un imbonitore psicopatico avido di denaro che si auto infliggeva le stimmate. La virtù di santa Maria Goretti, violentata e uccisa da un ventenne, sarebbe stata amplificata dal regime fascista, persino santa Madre Teresa di Calcutta è stata dipinta come una fanatica fondamentalista, più attenta ai soldi che alle donne di cui si prendeva cura. Ma i giovani credenti che hanno preferito la testimonianza del dolore alla propria felicità danno fastidio, da Nennolina Meo a Chiara Corbella Petrillo, sono come i Papa boys tanto criticati dai romani per il loro contagioso entusiasmo, sono disruptive perché smontano il cliché del vuoto disimpegno imposto dal turbocapitalismo mainstream. La santità di Acutis che ha salvato anche la madre Antonia Salzano da una vita senza fede è fastidiosa perché il marketing di gadget e reliquie che gira intorno alla sua figura striderebbe con il culto del santo ragazzino, lo mortificherebbe più delle maldicenze sul suo biografo spirituale Padre Ricardo Figueiredo, autore di Non io, ma Dio, alcun episodi come la conversione al Cattolicesimo della tata mauritana sarebbero «a volte caricaturali», aveva scritto in un blog il teologo Andrea Grillo. Persino l'Economist si è scomodato (invano) a stanare vecchi compagni di scuola e vicini a caccia di illazioni, segreti e retroscena sulla presunta «eroica virtù».
Ma i santi sono spesso persone «normali», c'è qualcosa di diabolico nel passare al setaccio vite così brevi, per loro parlano i miracoli. La studentessa costaricana Valeria, guarita da un trauma cranico per una caduta dalla bici a Firenze che avrebbe dovuto renderla un vegetale, in piedi dopo una notte di preghiera della mamma davanti alla tomba di San Carlo Acutis. E il bambino brasiliano guarito in modo «istantaneo, completo e duraturo» da una rara anomalia congenita al pancreas per aver baciato una sua reliquia insanguinata.
Sono fatti inspiegabili e dunque miracolosi, scrive nero su bianco la Consulta medica della Congregazione delle cause dei Santi, sono i «segni della mia presenza», come aveva promesso da Carlo sul letto del San Gerardo di Monza ai genitori. Su quelli nulla può la ricchezza, anzi. Basta quel corpo in una teca a spazzare via tutto quest'odore di zolfo e a scuoterci dalla costosa illusione dell'eterna giovinezza che ci affanniamo a voler inseguire.