Bisogna che sia amore (ma a volte neanche basta)

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Bisogna che sia amore (ma a volte neanche basta)
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Gentile Signora Braghieri, amore a distanza sì, amore a distanza no... Il mio amore distava 700 km, ci dividevano due Paesi e altri problemi vari che le risparmio. Ci siamo scritti per circa due anni senza vederci e poi ci siamo frequentati, vedendoci a metà strada o percorrendo un sacco di chilometri per altri vent’anni! Ora siamo insieme e, in tutto questo tempo, mai ho trovato la strada troppo lunga e ho sempre apprezzato i momenti felici che ci vedevano insieme. Un grande amore non teme la distanza, anzi ne esce arricchito. Grazie per la sua rubrica, sempre interessante.
E cordiali saluti
Cristina

Che bellissima storia, Cristina! Se mi avesse raccontato anche i problemi che mi ha «risparmiato», probabilmente la definirei “da romanzo”, ma forse, per descriverla in questo modo basta anche ciò che non ha tralasciato. Però sono convinta di una cosa: una tale relazione e, soprattutto, un tale epilogo, non sono “per tutti”. «Ci vuole un fisico bestiale» come cantava Luca Carboni. Bisogna silenziare i dubbi, sublimare le assenze, colmare i malumori con una poderosa dose di ottimismo, avere immaginazione e anche un po’ di fede, tocca essere individui maturi e “centrati”. E certo un’impresa del genere, a distanza di settecento chilometri, non riesce se ad accenderci è un fugace interesse o un tiepido “sentimentino”. Bisogna che sia amore, come dice lei. E talvolta nemmeno basta. Quindi bravi voi, per la serietà, la volontà, la costanza. Avete di certo guadagnato ogni minuto assieme e immagino che a questo punto siate certi di esservi meritati a vicenda. Ma credo ci siano anche persone, motivate dalle migliori intenzioni e mosse da sentimenti più che degni, che semplicemente si scoraggiano davanti alle difficoltà della distanza e alle insicurezze che è in grado di generare. So già cosa mi obietterebbe: “allora non è amore”, ma non so se si possa essere tanto "tranchant", ognuno è diverso e ci vuole un po’ di tutto per fare il mondo, compresi gli insicuri, i pavidi e gli indecisi. Utili se non altro a renderci eroi...

Quindi resto ammirata dalla tenacia con la quale ha difeso la sua relazione fino a renderla concreta e reale (non che a distanza non lo fosse, ma ha capito cosa intendo) ma non posso non comprendere anche chi, semplicemente, teme di non farcela e abbandona. Chi parte per una maratona deve sapere di poter contare sulle proprie gambe.

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