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I leader Pd con la Albanese. Ma la base ora la scarica

Il sondaggio: tra i dem il 47 per cento la condanna. Pasticcio Firenze: niente cittadinanza ma un "invito"

I leader Pd con la Albanese. Ma la base ora la scarica
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Precipizio Albanese. Crolla la fiducia verso la relatrice speciale dell'Onu sulla Palestina. Di più, le crepe, sempre più vistose, sono visibili nell'elettorato di sinistra che solo due mesi fa era tutto un applauso per la giurista pro Pal. Oggi le cose sono cambiate e perfino l'opinione pubblica che si riconosce nel Pd la scarica. Il sondaggio inediti di Youtrend, che il Giornale è in grado di anticipare, mostra il divorzio dalla paladina dei diritti umani di un pezzo di Paese che ad ottobre la venerava come un'icona. Dunque, dentro il Pd coloro che esprimono un giudizio negativo verso Albanese sono il 47 per cento, contro il 34 per cento di quelli che pensano positivo. Insomma, il monumento è in fiamme e il fiammifero passa di mano in mano. Il tutto mentre a Bologna, città simbolo di una lunga tradizione, il Consiglio comunale tiene duro e va avanti con l'idea di conferire la cittadinanza onoraria a Nostra Signora dei pro Pal. E a Firenze, dove pure la sindaca Sara Funaro ha ingranato la retromarcia, si definiscono le linee di un convegno a palazzo Vecchio sulla Palestina dove lei farà naturalmente la parte del leone. Romano Prodi lancia l'anatema: "Perseverare è diabolico e Albanese persevera. Il Comune di Bologna non perseveri". E però nessuno fa una piega e gli umori della base esprimono un malessere che poi è quello di tutto il Paese. Il 41 per cento degli italiani non ha fiducia in Albanese, solo il 17 per cento le tributa ancora una standing ovation, un altro spicchio pari al 42 per cento non si esprime o non la conosce. L'8 ottobre, quando Youtrend aveva misurato l'appeal di una allora straripante Albanese, i numeri raccontavano un'altra storia: il partito della stima era attestato al 26 per cento, nove punti in più; il partito della non fiducia invece era posizionato 16 punti più in basso, al 25 per cento. In sostanza, è in corso un terremoto provocato peraltro dalle incredibili continue esternazioni della rapporteur, a cominciare dalla sbalorditiva reprimenda al sindaco di Reggio Emilia, nella cornice del teatro Valli. Quando Marco Massari aveva evocato la liberazione degli ostaggi israeliani, tenuti come topi nei sotterranei di Gaza, lei l'aveva rimproverato: "Io il sindaco lo perdono. Però deve promettere che non la dice più". Poi, dopo l'assalto di un gruppo di estremisti alla redazione della Stampa, se n'era uscita con una frase agghiacciante dall'alto della sua cattedra immaginaria: "Che sia di monito".

Parole che hanno scatenato reazioni furibonde a destra e a sinistra ma non hanno modificato di una virgola il tour della Pasionaria nelle scuole tricolori. In una manciata di giorni Albanese ha tenuto un webinar a Massa, e poi ha parlato a Pisa. Tanto che Alessandro Amorese, capogruppo di FdI alla Commissione istruzione della Camera, ha presentato un'interrogazione. "La formazione che la scuola garantisce agli studenti non è certo arricchita e resa completa da chi, di mestiere, professa il pensiero unico. Il webinar assume lo sgradevole sapore dell'indottrinamento. La scuola italiana può fare a meno di incontri usati per fare comizi".

Insomma, più Albanese pontifica più cresce la mobilitazione contro di lei. Nel Pd chi la sostiene è già minoranza. Nel Campo largo invece, secondo la rilevazione di Youtrend, la maggioranza è ancora dalla sua parte, ma le cifre sono risicate: 38 per cento contro 35 per cento. E il capovolgimento potrebbe essere nell'aria.

In poche settimane si è creato un personaggio e poi il personaggio ha smarrito fra un discorso e una cerimonia gran parte del consenso che gli era stato accreditato. Il popolo del Pd che si era perdutamente innamorato della giurista irpina ha capito in fretta che Francesca Albanese non era dalla parte giusta. Vallo a spiegare a chi ancora le sventola davanti tappeti rossi.

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