L'uno (i giudici) sentenzia. L'altro (le associazioni pro-immigrati) incassa. C'è un filo rosso che unisce toghe progressiste e associazioni che sostengono il patrocinio legale degli immigrati destinatari di provvedimenti di espulsione perché irregolari. Dal Massimario della Suprema Corte di Cassazione ai tribunali delle grandi città. Una grande famiglia, giudici, avvocati ed enti no profit che impone (a dispetto delle norme) il proprio modello di gestione dei flussi migratori. Un business che solo tra il 2021 e 2022 - come documentato dal Giornale - è costato allo Stato 71 milioni di euro per l'assistenza legale gratuita per gli immigrati. Un legame che ogni giorno mette a dura prova le politiche del governo Meloni in materia di immigrazione. A colpi di sentenze e verdetti che seppelliscono le leggi dell'esecutivo. Un esempio? Il Giornale è in grado di documentare un caso in cui giudice e avvocato dell'immigrato, appartenenti alla stessa associazione (Asgi), si sono trovati in udienza l'uno accanto all'altro. Chiamati a decidere su provvedimento del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. L'esito del procedimento è stato quasi scontato. Siamo a Brescia, il 27 gennaio 2025. Sulla scrivania del magistrato Maria Rosaria Pipponzi approda il ricorso di un tunisino a cui la Questura di Brescia aveva negato il permesso di soggiorno. L'immigrato si è rivolto all'avvocato Massimo Gilardoni per impugnare il provvedimento. Alla fine del procedimento il tunisino grazie alla sentenza del giudice Pipponzi ha avuto ragione e ottenuto il permesso di soggiorno. Il Viminale condannato. Questa è la storia processuale. C'è però l'altro aspetto, più squisitamente politico. La magistrata Pipponzi è componente del comitato editoriale della Rivista Asgi (Diritto, Immigrazione e Cittadinanza) oltre a far parte del Consiglio nazionale di Magistratura Democratica. La controparte? Anche. L'avvocato Massimo Gilardoni è un relatore fisso a convegni e panel organizzati da Asgi. Anzi: nel 2020 Gilardoni e Pipponzi, magistrato e avvocato, erano allo stesso evento formativo organizzato da Asgi. Siamo al limite del conflitto d'interesse. Ma quello della giudice bresciana non è l'unico caso di incrocio tra associazioni pro migranti e toghe rosse. Sentenze simili le abbiamo viste a Roma con la giudice Silvia Albano. A Catania con Iolanda Apostolico. A Firenze con Luca Minniti. Viminale condannato, provvedimenti annullati e avvocati che incassano soldi dallo Stato per il gratuito patrocino. È questo lo schema. L'Asgi, l'associazione che ha denunciato Vittorio Feltri, ottenendo un risarcimento di 20mila euro, è un covo di magistrati di sinistra.
Un'altra conoscenza è Matilde Betti, magistrato bolognese, per anni al timone della sezione Immigrazione del Tribunale di Bologna, è nel comitato editoriale della rivista Asgi. Fu proprio Betti, affiliata ad Asgi, a demolire a colpi di sentenze il decreto Sicurezza di Matteo Salvini. Martina Flamini, oggi al Massimario della Cassazione, si occupa degli orientamenti giurisprudenziali in tema di immigrazione. Anche lei fa parte di Asgi. Cura la rivista ed è un esponente di Magistratura democratica. Il suo nome figura sotto decine di appelli degli attivisti di sinistra contro le politiche del governo Meloni in materia di immigrazione. Fino al 2023 è stata assegnata alla sezione immigrazione del Tribunale di Milano. In Cassazione troviamo anche Annamaria Casadonte, giudice della Cassazione (sezione Immigrazione), fa parte del comitato di redazione della Rivista Asgi ed è stata relatrice di numerose sentenze in Cassazione sui provvedimenti di trattenimento di immigrati nei Cpr poi puntualmente annullati.
Elena
Masetti Giusti è giudice della sezione Immigrazione del Tribunale di Milano e sembra avere una posizione molto chiara (sinistra) sul tema immigrazione. Ha una rubrica su Asgi e poi un profilo sul blog rete per i diritti.