
Gentile signora Braghieri, approfitto della sua disponibilità e della sua capacità di analisi. L’altro giorno con amici abbiamo fatto una lunga discussione sull’uso e l’abuso dei social. Io ho ribadito che sono uno strumento molto utile se adoperato con discernimento. Consente di pubblicare e condividere velocemente contenuti, articoli, video, di conoscere persone che hanno i nostri interessi (prendo parecchi spunti per i miei viaggi, ad esempio), di assistere a eventi live e di sapere che si terrà magari un concerto o un dibattito del quale non avresti altrimenti notizia. Puoi seguire opinionisti, giornalisti, youtuber eccetera. Io sono amico di Marcello Veneziani, intellettuale di nicchia fino a una decina di anni addietro; tempo fa gli dissi «tu hai fatto il salto nella comunicazione da quando hai aperto i profili social». Io online ho pure conosciuto donne con cui poi, frequentandole, ho costruito relazioni (che non possono vivere nel virtuale). Ma se diventa una droga, o una paranoica distorsione della realtà, o un’immersione h24, o addirittura se ne fa un utilizzo criminale come la diffusione di foto intime rubate... Secondo lei si può “istruire” la massa di giovani e meno giovani ad un uso consapevole - vorrei dire “colto” ma mi pare esagerato - o ormai la deriva è irreparabile? Siamo nell’era del voyeurismo, dell’esibizionismo ad ogni costo?
Andrea - Grosseto
Caro Andrea, intanto credo che dei social non esista uso ma solo abuso. E questo anche da parte di chi li maneggia con cognizione di causa: sono il tempo, i luoghi, le circostanze nelle quali ci troviamo ad avere in mano un cellulare o un tablet a renderli, comunque, un abuso. Quando si perde la concentrazione su ciò che avviene attorno per stare tuffati dentro ai social attraverso un apparecchio elettronico, qualcosa non va. Circa alla deriva irreparabile, qualche giorno fa ho dovuto vedere (per un compito di mio figlio), con quindici anni di ritardo rispetto al resto del mondo, la serie inglese “Black Mirror”. E ho avuto la conferma (non che ce ne fosse bisogno) che non sono assolutamente in grado nemmeno di immaginare quali potrebbero essere le evoluzioni dell’impiego di IA e tecnologia.