"Detesto la ragazza di mio figlio. Ho i miei buoni motivi..."

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Mio figlio ha ventisette anni, è laureato a pieni voti, ha un ottimo lavoro e una fidanzata che detesto. Lo so che lui è grande e io sono la madre che non bisognerebbe essere, ma non è che una smetta di sentirsi madre quando i figli crescono. Ha conosciuto questa ragazza sei mesi fa ma l’ha già presentata a noi, a tutti gli amici di famiglia, l’ha portata in tutte le nostre case per week end e vacanze e adesso parlano addirittura di convivenza. Cerco di rendermi ancora più antipatica ai suoi occhi spiegandole che la ragazza in questione proviene da un ambiente molto diverso dal nostro e credo che alla lunga questo possa costituire un problema principalmente per loro due. Ma non è solo questo a preoccuparmi, sento e vedo che non si tratta di una persona sincera. Bugie, omissioni, ricostruzioni incongruenti... Ogni volta che, assieme alle mie amiche, cerco conferme a ciò che dice, non trovo riscontri o scopro stranezze. Insomma, lei nasconde qualcosa e lui è mio figlio. So che non dovrei ma credo farò di tutto per boicottare questa unione.
E.


Cara E., ma io la capisco perfettamente! Anzi, rimaniamo d’accordo sin d’ora che lei s’impegna a chiamare a raccolta tutte le sue amiche detective e a scatenarsi in un indefesso pedinamento dietro alla prima fidanzata che mio figlio mi porterà a casa. Credo infatti che il mio problema sarà peggiore del suo perché prevedo detesterò quella poveretta anche se dovesse essere una da adorare. Follie materne a parte, tanto per alimentare la sua vena “gialla” la invito a guardare una miniserie su Prime che si intitola “The girlfriend” con (e di) la bellissima Robin Wright. Ma veniamo a noi, anzi a suo figlio e alla fidanzata sgradita. Saprà di certo meglio di me che finché continuerà a osteggiarla il suo pargolo ci si attaccherà come se fosse l’ultima donna sulla faccia della terra. Schema vecchissimo ma sempre valido, purtroppo. Quindi valuti se, piuttosto che boicottare apertamente l’unione non sia meglio, piuttosto, portare il suo erede, con maestria, a vedere certe cose “da solo”.

Quanto all’intrusa in questione, ha provato a pensare al fatto che forse è la prima a sentirsi a disagio in un ambiente tanto diverso dal suo e di conseguenza, magari per cercare di essere all’altezza o di sentirsi meno estranea, indori un po’ alcuni aspetti della sua vita? Provi ad avvicinarsi un po’ più a lei, a diventarle amica. Credo le servirà. In un caso... e nell’altro.

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