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L'uomo di Ilaria Salis dietro i disordini a Più libri più liberi: chi è l'agitatore dell'assalto rosso

La protesta contro Passaggio al bosco alla fiera di Roma è stata guidata da Mattia Tombolini, ex militante dei centri sociali. Il sit-in, politicamente coordinato, ha assunto toni sempre più preoccupanti

L'uomo di Ilaria Salis dietro i disordini a Più libri più liberi: chi è l'agitatore dell'assalto rosso
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Altro che mobilitazione culturale. Dietro le proteste contro la casa editrice Passaggio al bosco alla fiera del libro di Roma Più libri più liberi c’è una precisa regia politica. “Il Giornale” ha scoperto che a guidare il sit in antifascista organizzato ieri con la chiusura degli stand di alcuni editori sfociato nell’accerchiamento ai nostri danni con cori e insulti verbali e nella marcia verso lo stand di Passaggio al bosco, c’è l’assistente al parlamento europeo di Ilaria Salis.

Si tratta di Mattia Tombolini della casa editrice Momo edizioni (nel cui catalogo pubblica Zerocalcare) che, non solo lavora come assistente locale di Ilaria Salis all’euro parlamento, ma fa parte del mondo della sinistra radicale romana essendo stato militante del centro sociale romano Alexis. Le modalità con cui ieri coordinava il sit in antifascista non erano infatti quelle di un normale editore ma si capiva ci fosse un professionista della protesta nei modi in cui ha guidato i manifestanti verso lo stand di Passaggio al bosco arrivando quasi a scontrarsi con un lettore della casa editrice.

D’altro canto la scelta di Tombolini come assistente da parte della Salis aveva suscitato varie polemiche a causa del suo profilo. Oltre ad avere una condanna in primo grado a quattro mesi di reclusione per diffamazione nei confronti di Marco Cossu, esponente locale di Fratelli d’Italia e sindaco del Comune di Casperia e vicepresidente della provincia di Rieti, Tombolini ha pubblicato vari post violenti sui suoi canali social.

Tra questi il video di un pupazzo costruito con la base di una fiamma tricolore (simbolo di FdI) e il volto caricaturale di Giorgia Meloni bruciato a Poggio Mirteto con la didascalia: “Brucia stronza”. Inoltre Tombolini sul suo profilo pubblica le foto di poliziotti presi a bastonate e compare anche una foto in bianco e nero in cui cinque ragazzi armati di bastone picchiano un poliziotto caduto a terra. Tra i commenti c’è chi chiede a Tombolini: “Ti piace questa?” e l’assistente della Salis risponde “Beh, mi affascina in qualche modo la Banda Bellini… anche…”. Negli anni Settanta la Banda Bellini, nata nel quartiere milanese di Casoretto, aveva due nemici: gli “sbirri” e i “fascisti”.

Nella richiesta di censura di Passaggio al Bosco e nella protesta antifascista a Più libri più liberi c’è perciò ben poco di culturale ma siamo di fronte a un’azione coordinata politicamente dalla sinistra radicale e dal mondo dei centri sociali.

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