
Una fetta di artisti italiani hanno deciso di schierarsi al fianco del Leoncavallo a seguito dello sgombero effettuato lo scorso giovedì 21 agosto. Il centro sociale, che da questi personaggi viene considerato un presidio culturale, ha occupato per 31 anni una struttura abusivamente e in Italia la proprietà privata è tutelata costituzionalmente, motivo per il quale lo sgombero non era solo necessario ma dovuto e obbligatorio: lo Stato ha già pagato oltre 3 milioni di euro alla proprietà per il mancato sgombro degli ultimi 10 anni. Il Leoncavallo, per altro, è stato anche protagonista di eventi controversi, di scontri con la polizia e di manifestazioni non pacifiche.
"Un pezzo della mia storia oggi muore con lo sgombero del Leoncavallo. Non ne ho mai fatto (e mai ne farò) un discorso politico, quanto più una questione morale e d'animo. Tantissimi ragazzi come me hanno forgiato la loro personalità artistica nei centri sociali, il Leo su tutti. Per noi ha significato aggregazione, arte, rispetto per il prossimo. Se ti occupano casa non puoi farci un cazzo ma lo Stato può fare questo con un luogo icona per Milano da oltre trent'anni. Non capirò mai la giustizia italiana", ha scritto Emis Killa. Il cantante, con l'intento di appoggiare il centro sociale, ha implicitamente confermato l'irregolarità: alla proprietà è stata portato via l'utilizzo del proprio immobile dal 1994 senza che lo Stato riuscisse a restituirlo, mancando quindi di tutelare un diritto costituzionale. Per 31 anni, dall'altra parte, c'è stato un soggetto che non ha potuto esercitare un proprio diritto perché altri lo hanno usucapito abusivamente: questa era giustizia?
"L'involucro splendente di una città che è stata svuotata di tutto. Anche della sua stessa identità", sono state le parole di Fedez a seguito dello sgombero. Anche un questo caso è stato ignorato l'aspetto di illegalità, perché nessuno ha mai impedito al Leoncavallo di affittare regolarmente uno spazio per fare cultura. Claudio Bisio ha definito lo sgombero "una prova di forza, con tutti quei poliziotti senza nessuno dentro" e che "se ci sono stati accenni di violenza, è sempre successo per gli sgomberi". I Punkreas, storica band punk, ha dichiarato che per lo sgombero "festeggiano i ricchi insieme ai poveri stolti". Per l'attore Paolo Rossi "lo sgombero del Leoncavallo ha a che fare con altrettante situazioni in cui la cultura popolare a Milano sta volando via. Se andiamo avanti così, il Cenacolo se lo comprerà un super ricco. Ci farà le convention con il catering".
Sebbene sia facile, di questi personaggi nessuno ha premesso che il Leoncavallo è esistito per 31 anni nell'illegalità, occupando una proprietà privata.
Perché, visto che ne hanno le possibilità e amano così tanto questo spazio, non si mettono insieme e non affittano o acquistano un lugo da dare al centro sociale, invece di aspettare che sia il Comune, con i soldi dei milanesi, a trovarne uno?