Un applauso a Vincenzo e all’idea di inserire il galateo nelle scuole. Commovente! E i fatti di cronaca ci dimostrano quanto le buone maniere rientrerebbero in quelli che Lei definisce i «bisogni primari». La nostra è una società arrabbiata che produce ambienti tossici e violenti perché non conosce la gentilezza e la tenerezza! E il fatto che – come Lei afferma – questa società sprofonda nell’odio e nella rabbia che permeano ormai qualsiasi scambio interpersonale per strada, in famiglia, al lavoro fa emergere la necessità sempre più impellente di inserire tale educazione nelle scuole. Ma soprattutto devo constatare tristemente – e questo è qualcosa che tocca ciascuno di noi indistintamente – che è lo stesso «habitat» domestico ad essere lontanissimo dal vedere soddisfatti questi «bisogni primari». Ecco che quindi se con la cultura si combatte l’ignoranza, il bon ton potrebbe combattere l’odio e la violenza insita nel nostro mondo. Basterebbe molto poco. Ad esempio iniziare a dire entrando in classe «buongiorno signora maestra» abitudine desueta tra gli studenti avvezzi a sollevare le mani ed insultare gli insegnanti! E durante il giorno «per piacere», «grazie», «scusi». Pian piano qualcosa cambierebbe! Coi sensi della mia infinita stima, giungano copiosi i miei auguri per una serena giornata!
Francesco
Caro Francesco, il suo bellissimo saluto finale sembra uscito dal nuovo manifesto programmatico sulla gentilezza e gli scambi civili, la ringrazio per questo. Come ho già avuto modo di rispondere a Vincenzo, sono piuttosto persuasa del fatto che il ripristino dell’abitudine ad educazione e garbo sarebbe in grado di disinfettare un po’ i rapporti tra le persone. Esattamente come il linguaggio tossico è in grado di influire e modificare la realtà (pensi solo ai «sublimi» versi dei rapper di ultima generazione che finiscono col vivere come cantano, o a cantare come vivono, tanto purtroppo non c’è differenza), è vero anche il contrario: bonificare i termini, i discorsi, le reazioni, persino gli atteggiamenti corporei con i quali ci si approccia al prossimo, migliorerebbe anche la sostanza degli scambi e del convivere.
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