Un figlio o un cane

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Un figlio o un cane
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La maggior parte delle mie amiche ultraquarantenni, single, hanno tutte un cane o perlomeno un animale domestico. Più volte hanno tentato di convincere anche me sull’importanza della compagnia o supporto psicologico che può donarti un animale in casa. In loro noto un affetto represso per i figli che non hanno avuto. Io ragionando bene sui pro e contro di questa scelta ho sempre rifiutato categoricamente: i contro (spese gestione, cibo, passeggiata per...) sarebbero maggiori del pro (compagnia!). A questo proposito ho concordato pienamente con il consiglio dato dal papa Francesco e riferito a coloro che confondono i figli con i cani. Gli esperti la chiamano antropizzazione degli animali. Anch’io (...per ora) non ho figli ma non per questo ho intenzione di aver un loro succedaneo a quattro zampe!

Alex

Caro Alex, forse si sorprenderà di questa rivelazione data la veemenza con la quale mi sembra lei rifiuti a priori l’eventualità di allevare un animale. Ma esistono moltissimi rapporti sani fra cani, gatti e padroni. Oserei anzi dire che sono ancora la maggior parte, grazie a Dio e con buona pace di Papa Francesco. Per chi, al contrario suo, ha sempre convissuto con una bestiola (affiancandola magari a parenti, figli, amici, mariti) l’antropomorfizzazione è ancora più orrenda perché è una subdola, zuccherosa ma non meno violenta maniera di non rispettare l’animale e come potrà immaginare, chi li ama davvero li rispetta. Mai avrei osato, né mai mi sarebbe venuto in mente di ridicolizzare il mio pastore tedesco (o qualunque altro mio cane) mettendogli un cravattino, un paio di occhiali da sole o qualunque altro vergognoso, improbabile gadget contrario alla sua natura. Il rapporto con un animale è una delle cose più sublimi che esistano, mi creda. Quelli di cui mi parla lei sono storture dettate, come ha facilmente intuito, da mancanze evidentemente cocenti. Ma allora povera padrona e soprattutto povero cane... Sono semplicemente rapporti sbagliati e tossici, per entrambi. La gente ne costruisce di continuo anche con i propri simili. Probabilmente le sue amiche non sarebbero migliori con un figlio, o con un compagno.

Anche nello stare soli c’è qualcosa di sublime, ma bisogna essere in pace con se stessi per riuscire a capirlo. Quanto a lei, non mi stupirei affatto se tra qualche mese mi riscrivesse per raccontarmi quanto sia felice con il suo Labrador. Sono sempre i più scettici a capitolare davanti a una coda che si agita.

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