Cara Valeria, in una risposta che lei diede qualche tempo fa a un lettore parlava di «materasso triste», o un’espressione simile. Mi colpì molto. Purtroppo oggi le debbo parlare del mio materasso triste. Non avrei mai pensato che mi potesse succedere, ma la cosa che più mi ferisce è il motivo di questa tristezza. Non ci crederà ma non è per la routine o gli anni che passano, il motivo è politico. Mia moglie si è orientata su posizioni molto lontane dalla mia, dallo stop senza se e senza ma ai migranti, alle fissazioni sul woke al no ai vaccini. Io non sono mai stato uno da centri sociali, mi ritengo “moderato” e liberale. Ma su certe linee non transigo: ad esempio l’invasione di Putin all’Ucraina (per lei non è affatto un’invasione, si beve la propaganda di Mosca). Ci siamo allontanati molto e... il nostro materasso ormai è triste. Ci potrebbe essere qualcosa per rallegrarlo un po’, oppure siamo giunti inesorabilmente al capolinea?
Michele
Ma quale capolinea Michele, anzi! I diverbi più accesi sono un afrodisiaco straordinario. Bisogna solo capire come sfruttare quest’energia battagliera e incanalarla sotto le lenzuola. Sua moglie di “destra”, lei di “sinistra”... ma se ci pensa, sempre di posizioni si tratta. A parte il fatto che esistono coppie di deputati che militano in schieramenti opposti eppure sono felicemente (pare, almeno) sposate, ma poi mi viene in mente quel divertente film del 1996, “Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica”, ovviamente di Lina Wertmüller visto il titolo lungo quanto un romanzo, in cui i divari elettorali erano esattamente alla base dell’incontenibile attrazione tra i protagonisti Veronica Pivetti (leghista) e Tullio Solenghi (Rifondazione Comunista). Com’è possibile, quindi, che il vostro vicendevole rancore ideologico lasci le lenzuola fredde? Forse dovreste andare allo scontro in maniera più diretta e animata in maniera da concludere in modo altrettanto vivace la lite. Provi ad intavolare la discussione a cena, magari una volta in cui porta fuori sua moglie o quando siete da soli a casa senza figli e vi sentite particolarmente romantici.
Faccia esplodere l’alterco in maniera vigorosa, proprio come si augurerebbe fosse l’amplesso. Dalla lite verbale alla “lotta” fisica, dalla tavola al materasso (o al divano, al tavolo, o dove vi pare), da una posizione a un’altra, come le dicevo.