"Poliziotti sotto copertura per arrestarli". L'ultima trovata giustizialista di Davigo

L'ex pm di Mani Pulite evoca un clima da caccia alle streghe ed espone la propria teoria anti-corrotti: "Poliziotti sotto copertura che si fingono imprenditori"

"Poliziotti sotto copertura per arrestarli". L'ultima trovata giustizialista di Davigo

La tentazione del giustizialismo e la cultura del sospetto non tramontano mai. Anzi, talvolta si ripresentano con schiettezza come accaduto nelle scorse ore in tv. Sugli schermi di La7, a evocare il tintinnio delle manette è stato l'ex magistrato Piercamillo Davigo, che ha proposto una soluzione drastica delle sue contro i possibili reati di corruzione. A diMartedì si stava discutendo del nuovo codice appalti approvato dal Consiglio dei ministri, rispetto al quale l'ex pm di Mani Pulite ha fatto scattare il proprio biasimo. Rispolverando di fatto il principio della presunzione di colpevolezza, l'ex membro togato del Csm è infatti partito dal presupposto che tutte (o quasi) le gare d'appalto siano falsate da tentativi di corruzione e ha esposto così il proprio suggermento per evitare illegalità

"Poliziotti sotto copertura...", la teoria di Davigo

"Bisogna da partire da un dato strutturale di questo Paese dove le opere pubbliche costano in media il doppio rispetto agli altri Paesi inoltre le strade franano, i ponti crollano, quindi c'è anche una cattiva manutenzione, se non una cattiva costruzione", ha premesso Davigo. Poi, completando il ragionamento, ha aggiunto: "La pubblica amministrazione deve avvalersi di consulenti esterni la cui affidabilità dipende dai singoli e anziché introdurre meccanismi per evitare le turbative d'asta, che sono quelle che fanno salire i prezzi, bisogna far sì che poliziotti sotto copertura vengano mandati alle aste fingendosi imprenditori. E quando qualcuno dice: 'tu questa gara non la devi vincere' li arrestano e almeno smettono di spartirsi le aste".

La legalità e la caccia alle streghe

La teoria dell'ex pm ha creato qualche comprensibile imbarazzo in studio. E il primo a disperarsi per quelle discutibili considerazioni è stato il giornalista Andrea Mancia, presente al dibattito. "Mandare le spie alle aste per scoprire quelli che possono infrangere la legge anziché semplicemente far rispettare la legge e predisporre una normativa sensata che non impedisca agli amministratori onesti di poter fare il loro mestiere mi sembra una cosa che solo Davigo pensare", ha commentato il giornalista mettendosi le mani tra i capelli. E in effetti la proposta dell'ex magistrato sembrava ispirata a un clima da caccia alle streghe più che a un sacrosanto mantenimento della legalità.

L'amarcord di Mani Pulite

In tutta risposta, Davigo ha difeso le proprie considerazioni rievocando gli anni di Mani Pulite anche in riferimento all'attualità. "Nel 92 un importante manager di un ente pubblico spiegò che tutti gli appalti venivano spartiti mediante sorteggio (...) Per quel che vedo non è cambiato niente, probabilmente questo sistema è standardizzato da 50 anni. Non è così facile come si immagina far rispettare la legge quando non si sa se viene violata", ha affermato l'ex pm.

Ma il paradosso è che forse Davigo ritiene a prescindere che la legge sia sempre (o spesso) violata. E infatti, l'ex magistrato ha ribadito in tv: "Sì, se viene violata sempre bisogna però provarlo. E quindi bisogna mandare uno a prenderli e ad arrestarli".

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