La retorica sull'ambiente, la dietologa Viola e il Gay Pride: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: gli studenti del liceo di Abbiategrasso, il pezzo su Orsini e la guerra

Immagine da intervista Metropolis Extra
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- Da virologa a dietologa, l’immunologa Viola lancia un podcast su come mangiare sano. Mai una volta che si dedichi a qualcosa che può darci piacere: il vino no, la farina raffinata no, gli zuccheri giammai. Vivrai pure a lungo, ma che palle.

- Odio tutte le “giornate mondiali di…”, ma quella sull’ambiente supera ogni immaginazione. Il Corriere si colora di verde, rendendosi illeggibile. La Repubblica raddoppia la copertina, uccidendo ancora più alberi. Però poi vai di retorica green: santabarbara che barba.

- Non metto in dubbio il diritto dei magistrati, che sono liberi cittadini, di criticare le mosse del governo. Però in una democrazia occorre la divisione dei poteri e forse al presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, sfugge questo fatto: il parlamento fa le leggi, il governo governa e i magistrati applicano la legge, possibilmente senza interpretazioni farlocche. Tradotto: non spetta ai giudici scrivere la norma, ma farla rispettare in sede giudiziaria. Anche se quella legge fa schifo alla categoria. È chiaro?

- Bene ha fatto la Regione Lazio a togliere il patrocinio al Gay Pride, di cui il centrodestra non ha mai apprezzato modi e temi. Se a sinistra si scandalizzano perché "in democrazia tutti hanno il diritto eccetera eccetera", chiedano al Comune di Milano - da loro amministrato - di patrocinare un convengo contro l'aborto. Voglio proprio vedere se lo fanno...

- Patrik Zaki dà lezioni al governo italiano su come trattare il governo di Tunisi. Due paginate su Repubblica e una sola domanda: ma Zaki non è egiziano?

- All'istituto di Abbiategrasso, quello dove "al posto di eccellenza e merito" preferiscono "la comprensione", lo stesso dove un ragazzino ha quasi ammazzato a coltellate la prof, indovinate quale film educativo hanno fatto vedere agli studenti "sotto choc"? Toy Story. Ripeto: Toy Story "e poi li ho portati fuori a giocare". A 16 anni. Sono senza parole.

- Una delle docenti dice: “Dello studente arrestato posso dire che quando arrivò ci aveva colpito non avesse voluto dire che era ripetente. Arrivava da un altro liceo scientifico un po’ più rigido, vecchia maniera, e ci dissero che non si era trovato bene”. Due cose: a) che la prof riconosca che la sua scuola è “meno rigida” con gli studenti non va a favore dell’istituto; b) meglio lo scientifico “vecchia maniera”, detto in tono dispregiativo, oppure quello dove il ragazzino quasi ammazza la prof e il giorno dopo viene pure “compreso” dal corpo insegnanti? 


- Riprende la guerra a Bakhmut, quando era appena finita. Se Kiev vuole, libero di farla. Però qualcuno dovrebbe dare ragione a chi diceva: questa guerra finirà col diventare non lunga, lunghissima...

- Il Fatto Quotidiano che fa un pezzo sulla pagina Wikipedia di Matteo Orsini mi pare un tantino esagerato. Soprattutto perché ipotizza che dietro ci sia “la manina targata Nato”. Eccerto: perché la Nato sta a pensare a Orsini. Maddai…

- Bottura ammette - sia lode al Signore - che Murgia si è effettivamente "confusa" benché s'inventi un braccio alzato "prolungato" e gestualità di La Russa "facilmente fraintendibili" (lo sanno tutti che mettere le dita a V di "vittoria" è un tipico segnale neofascista, no?). Il punto, che però Bottura non coglie, non è ovviamente non conoscere la differenza tra la X Mas della Rsi e la Mariassalto rimasta fedele alla Corona; né chicchessia si aspetta che Murgia conosca il Combusin. Il problema è che senza il preconcetto da "caccia al fascista", cioè senza essere intimamente convinti che questo governo sia composto da un'ordalia di camicie nere pronta a ripristinare i Balilla, né Murgia né Saviano avrebbero mai scambiato quel braccio alzato per un saluto romano. Fine della storia. Infatti non aprirono bocca nel 2012, 2013, 2014, 2015 e via dicendo quando, pure con governi di sinistra nel palco autorità, il Combusin urlò "Decima" allo stesso modo dell'altro giorno.

- I giornali, da quando non c’è Draghi al governo, si vede

che non leggono più le notizie di economica. Infatti i dati affermano che Pil e occupazione stanno crescendo: l’Italia va meglio pure di Germania e Francia. Però, chissà come mai, non si vedono titoloni sui grandi media.

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