
C'era una volta il bagnino. Quello che - canotta rossa e un po' di panzetta - fischiava quando facevi il bagno dopo mangiato, ti rimproverava se nuotavi oltre le boe. E guardava con un occhio le belle ragazze sul bagnasciuga e con l'altro l'acqua. A pranzo lo trovavi al bar della spiaggia, piadina, mini pennica, caffè e via al servizio del pomeriggio dalle 14,30 in avanti.
Poi è arrivata l'era dell'«h24», quella che vuole tutto sempre aperto, sempre disponibile, sempre al servizio del cliente che paga. E così qualcuno ha pensato bene di eliminare la pausa pranzo dei bagnini. Questione di sicurezza. «Da due anni è stata eliminata la pausa del servizio nelle ore centrali della giornata, ossia dalle 12,30 alle 14,30 garantendo però solo un presidio dimezzato». Presidio dimezzato vuol dire che i bagnini degli stabilimenti balneari confinanti si mettono d'accordo: prima pranza uno, poi tocca all'altro. Ma chi rimane in vedetta, deve sorvegliare il doppio della costa: 300 metri invece di 150. Tutto bene, finché non succede qualcosa.
Per questo per domani, a una settimana da Ferragosto, nel cuore della stagione, i bagnini di Rimini annunciano uno sciopero di 8 ore: torrette vuote, mare senza custodi. Loro (salvo precettazioni da parte della prefettura) saranno impegnati in un corteo, dal bagno 36 fino al porto, per dire a tutti che la sicurezza non si improvvisa né si dimezza.
Restano poche ore per scongiurare il rischio che le spiagge restino senza i loro angeli custodi in uno dei sabati di maggior affollamento. Il servizio è essenziale. «Se uno si astiene da questo servizio è interruzione di servizio pubblico essenziale con il rischio di una penale molto grave» specifica Mauro Vanni, presidente della cooperativa Bagnini Rimini Sud e presidente di Confartigianato Imprese Demaniali. Che aggiunge: «Non c'è neanche una vera precettazione perché i bagnini tecnicamente non possono scioperare».
Anche in caso di annullamento della protesta, la questione resta aperta (e irrisolta). La Filcams-Cgil parla di «silenzio assordante di politica e amministratori pubblici». Alla prefettura di Rimini si è tentata la mediazione. Si è discusso «sul fatto di provare a trovare una soluzione utile a revocare l'iniziativa di sciopero» dei bagnini di salvataggio. Ma «diciamo che la soluzione auspicata non si è trovata e, al momento l'iniziativa è confermata» sintetizza il segretario della Filcams-Cgil di Rimini, Francesco Guitto.
È stata proposta la sottoscrizione di una dichiarazione, un protocollo, da inoltrare poi alla Regione Emilia Romagna, con la richiesta di farsi carico dell'attivazione di un tavolo.
«Ci è sembrata una proposta un po' fumosa, un po' debole rispetto alle richieste di avere degli elementi di certezza, soprattutto in vista della prossima stagione» replicano i bagnini. «Noi - spiegano - abbiamo proposto che ci si impegni tutti per superare il meccanismo della torretta alternata in pausa pranzo ma nessuno degli attori al tavolo ha voluto assumersi questa responsabilità».