Schlein non c'è da esultare, il drago Mentana e Giletti: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: la fuga di Artem Uss, il Pd che caccia i rom e Non è l'Arena

Schlein non c'è da esultare, il drago Mentana e Giletti: quindi, oggi...
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- Sulla fuga di Artem Uss, l’affarista russo scappato dai domiciliari, Repubblica se la mena da giorni cercando di addossare le colpe ora a Nordio e ora a Meloni. Poi oggi intervista Spataro, ex magistrato, che spiega loro come il ministro della Difesa nulla avrebbe potuto fare per costringere i giudici ad applicare la misura del carcere. Però credo che i redattori di Repubblica non se ne siano accorti.

- Secondo dettaglio: non è che se gli Usa, così come qualsiasi altro Paese, ci chiedono di tenere in cella un signore in attesa di processo noi dobbiamo eseguire solo perché lo richiede Washington.

- Terzo dettaglio: non utilizzate il caso Uss per boicottare i domiciliari e il braccialetto elettronico. Perché nella stragrande maggioranza dei casi le persone ai domiciliari sono innocenti fino a prova contraria in attesa di essere processati. E tenere in carcere un innocente non pericoloso per la società è sempre un errore.

- Ah, la Stampa nasconde in un pezzullo la notizia che no: Artem Uss non era un agente segreto. Quindi che l’Italia se lo sia perso è grave, però non stiamo parlando di uno 007 pericoloso ricercato dalla Cia in tutto il mondo. L’abbiamo trattato da criminale comune, imprenditore truffaldino, e tutto sommato non è così strano che sia finito ai domiciliari.

- Stefano Cappellini, che apprezzo, oggi ne spara un’altra delle sue da quando si è innamorato politicamente di Elly Schlein. Lei se ne va in vacanza, non dice nulla su termovalirizzatore, utero in affitto, le alleanze eccetera eccetera, ma per Repubblica la sua “assenza è presenza”. Siete impazziti?

- Sul rogo di Primavalle, dove morirono per mano di Potere Operaio i fratelli Mattei, oggi Elena Loewenthal si diletta in un articolato pezzo in cui non si capisce una mazza. Ma se il titolista ha ben interpretato il senso, immagino dopo ore e ore di letture e riletture, quello che ne emerge è questo: “La memoria non è mai militanza”. Tradotto: la destra ricordi pure i suoi morti, ma non lo trasformi in uno “strumento per inasprire" i toni. Cioè: è dalle elezioni che la sinistra ce la mena con la storia dell’antifascismo, di via Rasella, del 25 aprile, roba successa 100 anni fa, e adesso la destra non dovrebbe “rivendicare” a scopo “ideologico” i morti degli anni di Piombo? Suvvia, un pochino di decenza almeno…

- Il centrosinistra vince a Udine e dimostra meglio di ogni altro modo come mai invece a livello nazionale Meloni può dormire sonni tranquilli. Nella città friulana, peraltro dove pochi giorni fa il centrodestra ha trionfato alle regionali, il neo sindaco De Toni ha battuto il concorrente Fontanini per 52% a 47%. Ma per riuscirci il centrosinistra ha messo insieme Pd, Verdi, Azione, Italia Viva e Movimento Cinque Stelle. Progetto irrealizzabile a livello nazionale: Renzi e Calenda si odiano; Calenda e il M5S si detestano; Pd e M5S fanno a gara tra loro per i voti di sinistra; Renzi e il M5S sono come il diavolo e l’acqua santa. Se si mettessero tutti insieme magari potrebbero impensierire Meloni, ma dovrebbero digerire tonnellate di Maalox. E durerebbero tre giorni. Basta guardare il Terzo Polo… Insomma: cara Schlein, c’è poco da esultare

- Enrico Mentana è un drago della televisione. Infatti appena ha capito che attorno al caso Giletti si stava concentrando un po’ di attenzione mediatica (a dire il vero più online che sui grandi giornali al caviale), subito ha deciso di piazzare uno “speciale” per svelare non si sa bene cosa. Genio (dello share).

- Sia lode al sindaco di Torino Stefano Lorusso, che nei giorni scorsi ha sgomberato otto famiglie rom (con 30 figli) che da tre anni occupavano illegalmente alloggi popolari a Mirafiori Nord.

Io non so se la difesa dei deboli contro i prepotenti sia di destra o di sinistra, ma il sindaco Pd ha fatto bene e strabene: la legalità è sacra e le case devono andare ai legittimi proprietari o assegnatari, non ai prepotenti con i clan alle spalle. Quindi oggi tappeto rosso per lui.

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