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Sigarette illegali, allarme sui consumi in Europa. Ma l'Italia inverte la rotta

Crescono i tassi di consumo: l'allarme di Philip Morris International. In Francia quasi la metà dell'illecito, l'Italia invece si conferma "best practice"

Sigarette illegali, allarme sui consumi in Europa. Ma l'Italia inverte la rotta
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Il danno per i governi europei è considerevole. Anzi, preoccupante: solo nell'anno appena trascorso, 11,3 miliardi di euro di entrate fiscali sono andati letteralmente in fumo. L'8,5% in più rispetto al 2021. L'allarme lanciato da Philip Morris International (PMI) sui crescenti tassi di consumo illecito di sigarette nell'Unione Europea è di quelli destinati a scuotere le autorità comunitarie e il senso di responsabilità degli Stati membri. Le conseguenze negative del fenomeno riguardano infatti le casse pubbliche, ma anche (e soprattutto) la salute dei cittadini, con ricadute altrettanto svantaggiose sulle politiche di controllo del tabacco. Spoiler: a differenza di altri Paesi vicini, l'Italia si è confermata la più virtuosa in Europa nel controllo e nel costrasto degli illeciti.

Sigarette illecite in Europa

Il rapporto annuale Kpmg 2022 sul consumo illecito di sigarette in Ue, Regno Unito, Norvegia, Svizzera, Moldavia e Ucraina - commissionato proprio da PMI - ha documentato il trend putroppo in crescita del mercato illegale del fumo, con un aumento stimato dello 0,7%. Il problema, insomma, è tutt'altro che marginale. Solo nei dodici mesi appena trascorsi, nell'Unione Europea sono stati consumati 35,8 miliardi di sigarette illecite, con picchi in negativo in Paesi come Francia e Belgio. La crescita del mercato illegale è stata in parte guidata dal crescente del consumo di prodotti contraffatti, che ha raggiunto il livello più alto mai registrato. La contraffazione, riferiscono i dati del recentissimo report, è aumentata del 6,2%. E anche il contrabbando continua a essere, specialmente in alcuni Stati europei, una piaga profondamente radicata. Sempre secondo il dettagliato studio, la Francia si conferma il maggiore mercato per consumo di prodotti contraffatti (61,5%). Paesi come Belgio, Danimarca, Germania e la già citata Francia stanno assistendo a un aumento dei sequestri di sigarette fuori legge.

Il flop delle politiche proibizioniste

"Il rapporto Kpmg mostra chiaramente come la crescita del mercato illecito delle sigarette rappresenti una gravissima minaccia per la sostenibilità e la trasformazione del settore in Europa", ha osservato Gregoire Verdeaux, vicepresidente per le relazioni esterne di Philip Morris International, sottolineando come le tradizionali modalità di controllo del tabacco non siano sufficienti. "Le politiche fiscali aggressive, gli approcci proibizionisti e la mancanza di deterrenza in paesi come la Francia e il Belgio non fanno altro che favorire i criminali e spingere i fumatori adulti verso il mercato nero", ha analizzato Verdeaux. E infatti la multinazionale ha invitato i governi a rivalutare le scelte politiche che possono contribuire alla crescita del mercato illecito, auspicando invece approcci innovativi che contribuiscano ad allontanare milioni di persone dal fumo. Di questo tema si è discusso proprio ieri - 27 giugno - a Bruxelles, nel cuore del "quartiere europeo", nel corso di un panel ospitato dalla media company Euractive al quale hanno preso parti analisti ed esperti del settore.

La sfida di Philip Morris International

"Il commercio illegale è un problema crescente. Al mio amministratore delegato piace dire che metteremo le sigarette in un museo. Questo però non può avvenire se i fumatori continuano, come sta accadendo in Europa, a passare al mercato delle sigarette illecite", ha osservato durante il dibattito Nicolas Otte, responsabile globale della prevenzione del commercio illecito per Philip Morris International. L'esperto di origini francesi ha poi rimarcato la necessità di una maggior deterrenza per stroncare la criminalità organizzata. E questo - ha argomentato - "avviene grazie alle forze dell'ordine e a strumenti legislativi che le aiutino a far rispettare le leggi, ma anche attraverso il know how di aziende come la nostra, che investe nell'esperienza dei propri tecnici per aiutare le autorità a valutare l'impatto negativo e i danni causati alle entrate statali". Solo in questo modo si potrà ragionevolmente perseguire l'obiettivo di un futuro smoke free, contando anche sul contributo offerto dal comprovato ruolo dei prodotti senza combustione nel contrasto al tabagismo.

Italia "best practice": il virtuoso modello italiano

L'efficacia di certe politiche lungimiranti, unita a un'altrettanto incisiva azione di controllo e repressione da parte delle forze dell’ordine, è peraltro dimostrata dal caso italiano, capofila di una tendenza virtuosa. Il nostro Paese - riferisce il report di Kpmg - si è infatti confermato una "best practice", con una quota di illecito sostanzialmente invariata al 2.3% del consumo nazionale. Nonostante l'inflazione spinga i consumatori alla ricerca del risparmio, in Italia i volumi di sigarette illecite, pari a 1,4 miliardi di sigarette, restano praticamente inalterati rispetto al 2021. "Politiche efficaci, calendari fiscali, sanzioni dissuasive e un'applicazione efficace della legge stanno consentendo a diversi Stati membri dell'Ue di registrare un calo del consumo di sigarette illecite", ha dichiarato Massimo Andolina, presidente Regione Europea di Philip Morris International. E i risulati positivi raggiunti dall'Italia sono stati commentati anche da Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia.

La transizione "smoke free"

"Oggi la situazione italiana è completamente diversa rispetto al passato, quando il traffico sigarette illecite dai balcani o dal nord Africa finanziava le attività delle organizzazioni criminali. Lo Stato ha reagito molto duramente, iniziando una dura lotta che alla fine ha vinto, grazie al ruolo fondamentale delle forze dell'ordine. Non dobbiamo comunque mai abbassare la guardia", ha dichiarato Scordamaglia, intervistato nel corso del panel tenutosi ieri a Bruxelles. L'ad di Filiera Italia ha inoltre sottolineato l'importanza delle politiche di trasparenza sui prezzi, unite a soluzioni tecniche che garantiscono la sicurezza del prodotto. "Ora il focus è sulla transizione dai prodotti convenzionali ai prodotti senza combustione, che complessivamente oggi coinvolgono circa 40mila posti di lavoro in Italia", ha aggiunto Scordamaglia.

Pur in un contesto così articolato, non mancano dunque i segnali incoraggianti. Nonostante l'aumento complessivo del consumo illecito, il rapporto ha infatti rilevato come la maggior parte dei Paesi membri dell'Ue (21 su 27) abbia registrato una quota stabile o in calo nel consumo illecito di sigarette nel 2022. Escludendo la Francia, il consumo illecito complessivo nei restanti mercati oggetto dello studio è diminuito del 7,5%, in gran parte in Grecia, Paesi Bassi, Portogallo e Romania. In particolare, in Paesi come la Polonia e la Romania, il consumo illecito ha raggiunto l'incidenza più bassa mai registrata da quando Kpmg ha iniziato a pubblicare i suoi studi annuali.

Almeno stavolta, l'Italia non ha nulla da farsi rimproverare e anzi, rappresenta un modello di approccio politico al quale gli altri Paesi possono guardare per l'immediato futuro.

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