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Morto nell'ultraleggero precipitato, 2 milioni alla famiglia: "Ala fissata solo con delle viti"

A tredici anni dallo schianto dell’ultraleggero a Limatola in cui morirono Gerardo Vaiano e l’istruttore Angelo Graziano, il Tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere condanna i proprietari del velivolo

A sinistra il sottoufficiale Angelo Graziano, a destra Gerardo Vaiano
A sinistra il sottoufficiale Angelo Graziano, a destra Gerardo Vaiano
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Una tragedia che torna a far parlare di sé a distanza di tredici anni. Il Tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere ha condannato i proprietari di un ultraleggero “Sky Arrow” al risarcimento di circa 2 milioni di euro, oltre a interessi e spese legali, ai familiari di Gerardo Vaiano, il sottufficiale dell’Aeronautica militare morto il 30 giugno 2012 insieme all’amico e istruttore Angelo Graziano, durante il “Primo Aeroraduno Campano” a Limatola, nel Beneventano. Una sentenza che mette in luce responsabilità pesanti: l’ala sinistra del velivolo, al momento dello schianto, era fissata in modo irregolare, mantenuta alla fusoliera solo da una vite, senza dado né copiglia di sicurezza.

La tragedia del 2012

Doveva essere una giornata di festa, un’occasione di incontro per appassionati di volo e ultraleggeri. A Limatola si celebrava il “Primo Aeroraduno Campano”, promosso da Aerospazio Campania e organizzato dall’aeroclub Volturno Fly. Gerardo Vaiano, 57 anni, sottufficiale dell’Aeronautica con lunga esperienza, era decollato come passeggero e allievo a bordo dello Sky Arrow pilotato da Angelo Graziano, 47 anni, istruttore e amico di famiglia.

Il volo durò pochi minuti. Durante la fase di atterraggio, a pochi metri dalla pista, il velivolo perse stabilità e si schiantò al suolo, prendendo fuoco immediatamente. I soccorritori trovarono i corpi carbonizzati: per i due uomini non ci fu nulla da fare. Un procedimento penale fu aperto nei mesi successivi, ma si concluse con un’archiviazione. Solo il processo civile ha permesso di ricostruire le reali cause tecniche dello schianto.

La sentenza

Le motivazioni della sentenza sono di una gravità estrema. Secondo quanto ricostruito dal giudice Maria Caroppoli, la causa principale della perdita di controllo fu lo sgancio del montante della semiala sinistra, lato fusoliera. Si legge negli atti che tale componente era: "erroneamente connesso alla fusoliera solo attraverso la vite, senza dado né copiglia di sicurezza, come previsto dalla documentazione tecnica applicabile al velivolo".

In altre parole, l’ala non era montata secondo le norme, e mancavano elementi fondamentali per la tenuta strutturale: un errore di manutenzione che, per i giudici, ricade interamente sulla proprietà del velivolo. Un’omissione definita come "inappropriata gestione tecnica manutentiva".

Le responsabilità del pilota

La sentenza attribuisce una parte di responsabilità anche al pilota, Angelo Graziano, che perse la vita nello schianto. In quanto istruttore, era tenuto a un controllo preliminare del mezzo: "Il pilota era tenuto alla verifica delle condizioni del velivolo prima del decollo". Una responsabilità che non elimina quella dei proprietari, ma contribuisce a delineare il quadro complessivo delle omissioni.

Il risarcimento alla famiglia Vaiano

Confermate le responsabilità tecniche e operative, il Tribunale ha riconosciuto un risarcimento di circa 2 milioni di euro ai familiari di Gerardo Vaiano: la moglie, i due figli, i genitori e il fratello. L’importo include danni patrimoniali, morali, esistenziali, oltre a interessi e spese processuali.

Una tragedia che poteva essere evitata

La decisione del Tribunale chiude il primo grado del giudizio civile, ma soprattutto riporta alla luce una vicenda in cui, secondo i giudici, una manutenzione corretta e una verifica adeguata avrebbero potuto evitare la tragedia. Un incidente nato da una giornata di festa che si è trasformato in una scena di devastazione, e che ora, almeno sul piano giudiziario, trova un punto fermo.

La famiglia di Gerardo Vaiano ha atteso tredici anni per vedere riconosciuta la verità tecnica dell’incidente e ottenere un risarcimento che, pur importante, non potrà mai colmare il vuoto lasciato da quella giornata del 2012.

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