Sempre più persone si trovano a vendere e ad acquistare su comode piattaforme online come Vinted, Ebay, Subito.it e tante altre. Sono soluzioni pratiche e veloci, assolutamente performanti, che piacciono molto agli utenti del web. Di recente, però, certi scambi hanno cominciato ad attirare l'attenzione del Fisco, dal momento che alcuni furbetti stanno usando questi spazi per evadere, celando vere e proprie attività commerciali.
Eurispes, ente privato che opera nel campo della ricerca politica, economica e sociale, ha da poco rilasciato un report intitolato Il fisco nel mondo virtuale in cui evidenzia il fenomeno, spiegando come certi soggetti sfruttino le piattaforme per portare avanti determinati affari non proprio a norma. Da qui la decisione delle autorità europee di far partire la segnalazione al Fisco nel caso in cui si superi una certa soglia di vendite. La direttiva europea DAC7 è infatti in vigore dal 2023.
Chiariamo un punto. Vendere dei beni sulle note piattaforme online non comporta il pagamento delle tasse. Quando si parla di oggetti di seconda mano, fra l'altro scambiati su questi canali, non viene applicata la tassazione. Lo stesso però non si può dire nel momento in cui lo scambio diventa una vera e propria attività, con un gran numero di transazioni.
La direttiva DAC7 prevede che le piattaforme di vendita comunichino alle autorità competenti i dati dei venditori nel caso in cui questi abbiano effettuato più di 30 vendite in un anno, oppure che hanno ottenuto incassi superiori ai 2mila euro. Si tratta di una questione di trasparenza. Anche in questo caso non si parla subito di pagamento di tasse, quanto piuttosto di informare Agenzia delle Entrate sugli incassi. Sarà poi il Fisco a far partire i controlli, se lo riterrà opportuno. Sulla questione è intervenuta anche la Cassazione. Nella sentenza del 21 marzo 2025 (n° 7552) viene stabilito che un venditore, anche se privato e senza partita Iva, può essere considerato un imprenditore a tutti gli effetti se supera un certo numero di vendite online. Questi è dunque tenuto a dichiarare quanto guadagnato e a pagare le tasse.
Purtroppo sono sempre di più i titolari di vere e proprie attività che si registrano sulle piattaforme come venditori occasionali, quando invece non lo sono per niente. Il Fisco sta facendo controlli serrati.