In aula dopo il coma inchioda il convivente

Il lungo sonno, la denuncia, ora il tribunale. È stata chiamata a deporre come testimone nel processo in cui figura come parte lesa, la donna uscita dal coma dopo diversi anni e che ha accusato l’ex compagno di averla picchiata fino a ridurla in fin di vita. Nel corso della prima udienza davanti alla tredicesima sezione penale del Tribunale di Milano nel processo per tentato omicidio a carico del compagno della donna, Giovanni Giordano, 46 anni, il pm Tiziana Siciliano ha formulato le richieste di prova chiedendo tra le altre la testimonianza della vittima, la quale attualmente è però solo in grado di muovere gli occhi e parte della bocca. La donna, 45 anni, avrebbe quindi bisogno di un ausiliario in grado di interpretarne i gesti nel caso in cui i giudici accogliessero la richiesta di testimonianza formulata dal Pm. Proprio sulla capacità di rendere dichiarazioni davanti ai magistrati da parte della donna, i legali dell’imputato avevano espresso i propri dubbi già in passato.

L’accusato sostiene infatti che nella notte dell’ultimo dell’anno del 1999, al termine del quale la sua compagna fu trovata in fin di vita, lui l’aveva persa di vista nei pressi del locale in cui stavano festeggiando il nuovo anno, a Pantigliate, nell’hinterland milanese. Secondo i difensori dell’uomo, la donna sarebbe stata quindi vittima di un incidente stradale, essendo stata trovata a tarda notte sul ciglio della strada.

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