RomaGiorgio Guerrini, presidente di Rete imprese Italia, è stato tra i primi ad apprezzare le parole di Giulio Tremonti. Lorganizzazione interconfederale che riunisce due milioni e mezzo di piccole e medie aziende ci tiene però a spiegare che allentare la morsa dei controlli non significa fare crescere larea delleconomia irregolare. Un sistema con meno controlli, ma più selettivi, è più efficace rispetto a quello attuale. E i dati dellAgenzia delle Entrate, spiega il presidente di Confartigianato, lo dimostrano.
Partiamo dalle obiezioni: le parole del ministro non rischiano di suonare come un liberi tutti?
«Esattamente il contrario».
Secondo lei con meno controlli non aumenterà levasione?
«Intanto diciamo che una delle bandiere di Rete imprese Italia è sempre stata quella di un cambiamento nel paradigma che vuole le aziende sempre sul banco degli imputati, a favore di un modello che si basi soprattutto sulla fiducia. E, chiaramente, su controlli seri».
Per questo Tremonti vi ha convinto?
«Sono parole che vanno nella direzione giusta dal punto di vista della trasparenza nel rapporto tra imprese e pubblica amministrazione, ma anche da quello della semplificazione e dello sfoltimento della burocrazia. La crescita limitata delle aziende italiane è dovuta soprattutto alla stratificazione e sovrapposizione dei controlli su più soggetti. Sono in tanti a svolgere gli stessi compiti, in tempi diversi, sulle medesime imprese».
Perché con meno oppressione fiscale non dovrebbe aumentare levasione?
«Perché funzionerebbe quello che chiediamo da anni, cioè una maggiore selettività. Lo Stato non può che avere una capacità limitata di controllo. Le imprese sono quattro milioni e se si volesse puntare sulla quantità non basterebbero quattro milioni di finanzieri».
La selezione invece può funzionare?
«Porterebbe sicuramente a un maggiore recupero dellevasione, come dimostrano dati recenti dellAgenzia delle Entrate. Nel 2009, 50mila accertamenti con gli studi di settore fecero recuperare meno evasione dei 30mila effettuati nel 2010. E la differenza è che lanno scorso i controlli, anche minori di numero, furono realizzati con maggiore selettività».
Sulle imprese, lamentate anche il costo della burocrazia. Circa 2,7 miliardi allanno. La proposta di Tremonti la vedete come un modo per fare diminuire il conto?
«Si, e sarebbe un risparmio anche per la pubblica amministrazione perché avere tanti controllori non coordinati tra loro è un costo per tutti. Razionalizzare il sistema significa al contrario tagliare la spesa pubblica, aumentare lefficacia dei controlli. E dare respiro alle imprese».
Quindi non solo un fisco meno occhiuto...
«Mi vengono in mente gli adempimenti ambientali del Sistri (la tracciabilità dei rifiuti, ndr). Noi di Rete Imprese Italia abbiamo chiesto che ci sia proporzionalità nellapplicazione delle normative e anche nei controlli, a seconda delle dimensioni delle imprese. Non ha senso usare il cannone su bersagli piccoli. Servono strumenti adeguati.
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