
Ci sono alcune stelle della notte che brillano ancora ma non esistono più. E poi c'è "Stelle della Notte", film firmato da Rexal Ford, che semplicemente non è mai esistito, non ha mai brillato, ma ha fruttato lo stesso quasi 900mila euro al suo pseudo-regista.
A differenza di quanto avviene tra le Galassie, nella volta celeste del Tax Credit non è il tempo di volo della luce a creare paradossi, ma le falle nella normativa che concedeva il beneficio fiscale per come l'aveva potenziata nel 2016 l'allora titolare della Cultura, Dario Franceschini. Falle corrette, in parte, da una riforma firmata nel 2024 dall'ex ministro Gennaro Sangiuliano: "Il sistema andava corretto", dichiarò l'allora titolare del dicastero, "troppi abusi, troppi film mai visti da nessuno". Quella nuova legge ha scontentato molti, ed è al centro di un ricorso al Tar tuttora pendente. Ma le storture c'erano, eccome.
Tra le novità, una concessione meno "algoritmica" e automatica del beneficio fiscale. Punto contestatissimo da molti cineasti minori che temono di restare esclusi. Anche sul cinema internazionale, per attrarre il quale il tax credit è fondamentale, la riforma ha introdotto più vincoli. Ora, per capirci, Francis Kaufmann/Rexal Ford avrebbe dovuto dimostrare di aver sostenuto spese, mentre gli è bastato presentare un progetto del film e un elenco dei costi certificato da un revisore dei conti, senza bisogno di allegare alla domanda anche del materiale effettivamente girato per provare che i soldi indicati fossero stati spesi.
E, come detto, se "Stelle della Notte" sembra paradigmatico, con la sua insostenibile leggerezza del non essere, va detto che è in ottima compagnia. Su 459 film che tra 2022 e 2023 avevano avuto accesso al tax credit "vecchia maniera", infatti, ben 345 non sono mai sbarcati in sala. In altre parole, tre film su quattro sono passati all'incasso senza nemmeno scomodarsi a mettersi alla prova del botteghino. La domanda adesso, alla luce del caso del film sdiretto dell'americano sospettato per la morte di moglie e figlia, è capire quanti di questi tre quarti di film siano almeno stati girati.
Anche perché, di spese rendicontate ma insolite, nelle domande ce ne sono tante. Qualcuno, dai corridoi del ministero, ricorda ancora quella produzione che, nella richiesta presentata per ottenere il tax credit, aveva allegato spese per carta igienica pari a 80mila euro. Il film di Kaufmann/Ford, con il tax credit, ha ottenuto come è noto 836.439,08 euro, appoggiandosi per la richiesta a Coevolution, società attiva tra l'altro proprio come advisor e coproduttore per produzioni internazionali. Curiosamente, peraltro, proprio nello stesso file dei beneficiari del 2023 che ospita il "non-film" di Rexal Ford, c'è un altro film che ha ottenuto una cifra praticamente sovrapponibile di tax credit: 835.626,43 euro, sempre coprodotta da Coevolution, sempre una produzione straniera: si tratta di un film d'animazione, The Painter Cat, con un regista indiano, Dhananjay Galani, sul cui sito il film è dato come coming soon ma senza alcun altro dettaglio, mentre su Imdb sono indicati solo Galani, il produttore italiano di Coevolution e lo sceneggiatore, Pritish Nayak.
Certo, ci sono casi in cui il tax credit fa bene il suo lavoro. La seconda stagione di White Lotus, serie HBO girata in Sicilia, ha incassato quasi 14 milioni di euro di tax credit, innescando però oltre all'investimento della produzione sul territorio anche un ritorno in termini turistici. D'altra parte molti film arrivati in sala non si sono dimostrati all'altezza del beneficio concesso dallo Stato. L'aiuto pubblico serve anche per realizzare pellicole su temi con poco appeal, che altrimenti avrebbero difficoltà a reperire finanziamenti. Ma di quel quarto di film che hanno incassato il tax credit per poi arrivare in sala, i fiaschi sono troppi.
Al MiC ancora si ricordano, per esempio, di una coppia di commedie - Ladri di Natale e Sherlock Santa - girate da Francesco Cinquemani e prodotte da Fenix Entertainment nel 2021 e 2023: costi di produzione pari a 15 milioni di euro, 4 milioni di euro i contributi pubblici intascati. Solo 13mila euro gli incassi al botteghino.