Aumento Irap e Irpef, un coro di «no»

Se Alemanno chiede al governo di rendere «strutturali» i 500 milioni di euro di contributi che non bastano neppure a pagare i mutui contratti in passato, Renata Polverini è alle prese con un piano di rientro sanitario ancora più arduo di quello del Campidoglio. Il presidente della Regione - che non ha, ovviamente, alcuna responsabilità sul disavanzo - vorrebbe almeno poter rinegoziare il piano di rientro stabilito dal commissario straordinario, con un allungamento dei tempi. Ma il governo esclude la possibilità di utilizzare i fondi Fas (destinati alle aree sottoutilizzate) per le regioni con i conti non in regola e quindi bisogna pensare a nuove entrate.
Però il ricorso alla leva fiscale, seppure a livello locale, non convince nessuno, sia all’interno della maggioranza che nell’opposizione. Tutti contrari, insomma, compresa la Confindustria Lazio, i sindacati confederali, le organizzazioni dei medici e le associazioni degli utenti e dei consumatori. «Stiamo lavorando per evitare un aumento delle tasse» ha ribadito ieri Renata Polverini, lasciando Piazza del Popolo, dopo la conclusione della cerimonia per i 158 anni dalla fondazione della Polizia. «In questa regione - ha aggiunto il presidente - per l’inefficienza del centrosinistra già paghiamo le addizionali Irap e Irpef più care d’Italia, quindi c’è un margine veramente molto piccolo. Stiamo lavorando per presentare il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, che il governo ha chiesto e che la precedente giunta non ha voluto varare».
A fare da sponda al “governatore” è Franco Fiorito, capogruppo del Pdl alla Regione, secondo il quale «Renata Polverini ha avuto il consenso della maggioranza dei cittadini del Lazio anche perché ha promesso di migliorare l’efficienza e i conti della Sanità tagliando gli sprechi: una netta inversione di tendenza rispetto al passato, come sta dimostrando il metodo delle ispezioni presso le Asl. Solo sulla base di una reale trasparenza dei conti è possibile stilare un Piano di rientro credibile, e non una semplice lista della spesa a carico dello Stato-Pantalone come accaduto durante l’era Marrazzo».
Sull’obiettivo di evitare aumenti fiscali sono tutti d’accordo. «Prima di arrivare ad alzare le tasse - sostiene il capogruppo dell’Udc Aldo Forte - va verificato dove è possibile tagliare gli sprechi e razionalizzare le spese, a partire dalla macchina amministrativa regionale. In questo modo potremmo recuperare importanti risorse ed evitare ulteriori imposizioni fiscali. Piuttosto che chiedere altri sacrifici ai cittadini, politica e istituzioni diano il buon esempio».
Secondo il capogruppo de La Destra Francesco Storace, «se il disavanzo sanitario è triplicato dal 2005 al 2009, come ha denunciato Renata Polverini in consiglio regionale, è bene che prima di una qualunque manovra fiscale, che sarebbe responsabilità solo della sinistra, si faccia ogni sforzo per evitare ulteriori salassi e casomai cominciare dagli stipendi della politica anche in Regione».
Esterino Montino, capogruppo del Pd ed ex presidente facente funzioni, senza minimamente accennare alle responsabilità della sua giunta, sentenzia: «Per evitare un nuovo aumento della tasse sulle persone e sulle imprese, occorre che la Polverini trovi il coraggio delle scelte e non alibi. Dal giorno dell’insediamento non è stato fatto nulla per evitare il prevedibile ultimatum del governo. Tocca a lei oggi l’onere di fare scelte anche impopolari, noi abbiamo avuto il coraggio di farlo come per il S. Giacomo».

Il coro unanime dei contrari continua con Confindustria Lazio (escludere ogni ipotesi di colpire l’apparato produttivo laziale); Cgil, Cisl e Uil (no a nuovi ticket); Aduc (abbiamo già dato) per finire con l’Anaao-Assomed che annuncia scioperi dei medici «in caso di nuovi tagli alla sanità senza alternative».

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