Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica
Un po’ come l’Aston Martin Db5 guidata dallo 007 Sean Connery, passata di mano un mesetto fa per circa 3 milioni di euro. O come la Mercedes 770K che accompagnava Adolf Hitler nelle sue parate, finita nel garage di un miliardario russo per una somma anche maggiore. La Bmw 740, di proprietà di An, che fino a pochi giorni fa portava senza motivo a spasso Gianfranco Fini potrebbe finire all’asta. Venduta come un cimelio per collezionisti, l’originale «macchina del fango», anche se l’ammiraglia tedesca in questione, immatricolata a marzo del 2010, è quasi nuova e senza macchia. Quell’auto è stata comprata per quasi centomila euro con i soldi della cassa di An, partito il liquidazione, e messa a disposizione (come pure gli autisti) del presidente della Camera Gianfranco Fini. Che in quel che resta di An, va ricordato, non ricopre alcun ruolo, e dunque non aveva titolo per utilizzarla.
Sarà un caso, ma infatti l’auto è stata «restituita» solo quando il Giornale stava per rivelare lo scandalo, ed è ora nella disponibilità del comitato di gestione che, spiegava due giorni fa il finiano Donato Lamorte, «non ha mai avuto da ridire». Anche perché a presiedere l’organismo ristretto che appunto gestisce il patrimonio di An, fino a poche settimane fa, c’era proprio il senatore finiano Francesco Pontone. L’uomo che firmò la (s)vendita della casa di Montecarlo a luglio del 2008, e che otto mesi fa comprò la Bmw al grande capo, Fini. Non che ne avesse bisogno: la terza carica dello Stato ha già, ovviamente, la sua brava auto blu. Un dettaglio che disintegra l’obiezione di Lamorte, che al Corsera ha detto: «Fini usava la macchina del partito per risparmiare i soldi pubblici». Cioè, per il fedelissimo finiano, il «risparmio» si concretizzerebbe nel lasciare l’auto di Stato pagata dai cittadini in garage, inutilizzata, acquistando al suo posto una macchina da centomila euro - e stipendiando due autisti - con soldi di un partito che, in gran parte, provengono dal finanziamento pubblico, e dunque dai contribuenti.
Tornando all’asta, l’idea di recuperare i soldi spesi per la berlinona vendendola al miglior offerente la lancia il senatore Antonino Caruso, vicepresidente del comitato dei garanti di An. «Io ho in mente una cosa: sotto Natale vorrei mettere in vendita la Bmw fra gli ex iscritti di An. Chi vuole avere l’onore di sedere dove ha seduto per otto mesi Gianfranco Fini si faccia avanti. Io, purtroppo - prosegue Caruso - non posso partecipare all’asta. Per dire, anche io ho una Bmw ma di classe notevolmente inferiore rispetto alla classe 700 acquistata a marzo scorso». Ma il vice di Lamorte contesta anche la polemica, sollevata da quest’ultimo, sui mancati introiti dagli immobili ex An occupati dalle sezioni del Pdl. «L’uscita di Lamorte io proprio non la capisco», spiega Caruso: «Si lamenta dei fitti quando è lui il diretto responsabile, è lui l’amministratore delle srl che amministrano i beni immobili del partito. Ma di cosa stiamo parlando?». Insomma, qualche dubbio sulla vicenda, anche all’interno del comitato dei garanti, sembra esserci. Di certo l’acquisto di quell’auto non era proprio di dominio pubblico, come conferma Roberto Petri, anche all’interno del comitato: «La Bmw è saltata fuori - racconta Petri - perché, verificando il conto economico, c’era questa uscita per due autovetture. Una è quella utilizzata, direi legittimamente, proprio da Lamorte. Così è stato posto l’interrogativo su chi fosse l’utilizzatore dell’altra automobile». Solo a quel punto, come noto, l’«utilizzatore» Fini decide di riconsegnare l’auto.
Toni simili da un altro componente del comitato garanti, Pierfrancesco Gamba, sempre in quota Pdl: «Soprassediamo sulla comica critica di Lamorte quanto agli immobili, visto che l’amministratore unico delle srl che li gestiscono è proprio lui. La storia dell’auto, invece, andava chiarita e, grazie al vostro interessamento, è stata chiarita anzitempo proprio con l’annuncio di Lamorte che di fronte al vostro scoop ha annunciato il rientro dell’auto». E ora? Per Gamba non ci sono alternative: «Il comitato di gestione, con il nuovo presidente, Franco Mugnai, non potrà fare altro che vendere l’auto». Dei finiani che occupano posti nel comitato garanti o in quello di gestione, non parla nessuno. Sente il bisogno di dire la sua il finiano Carmelo Briguglio, che definisce «piccola e volgare speculazioncina» la vicenda della Bmw.
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