Tutti allineati alla pari, all'inseguimento del dominatore incontrastato: il vecchio, inquinante motore a scoppio. Tra l'ibrido, l'elettrico e l'idrogeno, non c'è ancora una tecnologia che sia vista dall'industria dell'auto come la chiave di svolta ai problemi di una mobilità pulita e dai costi contenuti. Ma se ora la doppia alimentazione carburanti tradizionali-alternativi (o ibrido) è la proposta più seguita dalle case automobilistiche, guadagna punti il veicolo elettrico, soprattutto tra i gruppi giapponesi che ne sono stati pionieri e dichiarano di puntare a guadagnare importanti quote di mercato in tempi brevi. È quanto emerge dal convegno «L'auto cambia, ma chi vincerà la sfida», con cui si è aperta la due giorni della manifestazione H2Roma rivolta alla mobilità sostenibile.
L'evento, organizzato da Cirps-Università La sapienza, Enea e Cnr, propone da otto anni le ultime novità in ambito di mobilità alternativa e quest'anno le ultime eco-car lanciate sul mercato sono in mostra a Palazzo della Cancelleria dove si possono anche effettuare test drive gratuiti «L'industria dell'auto e anche noi stiamo percorrendo una serie di strade nell'ottica di una mobilità più verde che sta veramente a cuore dei consumatori - osserva Daniele Chiari, responsabile prodotto di Fiat Group Automobiles -. Secondo un sondaggio svolto presso i nostri clienti, l'89% sceglie un'auto dai bassi consumi perché attento alle problematiche ambientali. Le strade che sta percorrendo Fga sono quelle di un miglioramento dei motori tradizionali, l'utilizzo di carburanti alternativi come il metano su cui puntiamo forte e la correzione delle abitudini sbagliate degli automobilisti».
Ad H2Roma Fiat Group ha in particolare illustrato la nuova tecnologia Multiair ma ha ribadito la preferenza attuale per il metano, mentre l'elettrico è indicato come «soluzione forte» nel lungo termine. Un carburante che ha tanti vantaggi ma che soffre del nodo di una risicata rete di rifornimento. Perciò il manager Fiat saluta positivamente il ddl sul metano nell'auto al vaglio del Parlamento «che darà incentivi a chi apre distributori, stabilizza le accise e darà naturalmente anche un aiuto ai clienti finali che optano per l'auto a metano». Per Nissan e Mitsubishi l'era dell'elettrico è già a buon punto, visto che la prima si attende che l'auto elettrico arriverà a una quota di mercato del 10% in Europa nel 2012-2015 e la seconda prevede che entro il 2020 almeno il 20% della sua gamma sarà elettrica.
In Europa, in particolare, Mitsubishi prevede uno sbarco già a partire dal prossimo anno forte della partnership, avviata con Peugeot, delle sue piccole i-Miew a ricarica elettrica. Quest'anno in Giappone ne sono state consegnate 1.400.
«Le elettriche sono destinate ad espandersi soprattutto nelle realtà cittadine - osserva Gianni Filipponi, direttore generale dell'Unrae - in quanto si pone tra l'altro di meno il problema dell'autonomia limitata. Entro dieci anni prevedo una buona diffusione e tra quindici-venti anni direi che sarà la soluzione vincente in città mentre l'idrogeno avrà una buona affermazione in ambito extraurbano».
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